Sto leggendo un libro che mi ha imprestato Gunilla: La voix de la connaissance, di Miguel Ruiz. L'ho iniziato a leggere con cautela, come è doveroso fare con tutto ciò che è prodotto negli Usa, vista la loro incredibile capacità di dare semplificazioni che poi distorcono la verità (vedi The Secret per esempio, tanto per citare un testo che spopola e che ahimè non coglie il punto...)

Anche Gunilla, come me, aveva le sue perplessità che poi, man mano che leggeva, con sorpresa, si sono dovute sviogliere. E lo stesso sta accadendo a me. E' scritto con una semplicità di cuore, dietro cui però si vede dietro la grande esperienza che diventa vera conoscenza, che sennò sarebbe teoria (come in The Secret, parlano di cose che vorrebbero che fossero come le descrivono, ma non avendo "esperienza" si ostinano a non percepire gli errori che fanno! vabbe' lasciamo perdere...).

Lo sto leggendo piano, degustandomelo. Anche se è una traduzione francese e di solito le traduzioni mi irritano, qui c'è un tale candore che non lascia spazio a reazioni negative.

Così stamane che ho cambiato guest house e, visto che ormai mi alzo sempre prestissimo, ero già pronta ore prima del dovuto. Mi sono messa a leggere mentre aspettavo che Sukha arrivasse, la ragazza che si occupa della Ayodya Bwawan, la guest house dove sono di nuovo ora.

Il nuovo capitoletto che ho iniziato parlava di una notte nel deserto di Sonora. In un caldo soffocante di quell'estate, lui la notte, che non riusciva a dormire, ha preso e se n'è andato nel deserto. Le stelle di quel cielo infinito gli hanno immediatamente aperto il cuore alla bellezza immensa e l'hanno subito trasportato nelle dimensione della coscienza luminosa....

Così mi sono messa a ragionare sulla bellezza. Cosa che qui mi manca in assoluto. Ciò nonostante, ho trovato necessario sprofondarmi in un tale disagio, totale, per poter arrivare a certe consapevolezze. Appunto, ho avuto la sensazione costante di quando si è nella sweat lodge e soffri davvero tanto, per il caldo, il disagio fisico, il dolore che comunque qui e là appare... ma tu sei lì e sai, dal profondo delle viscere, che lì ci vuoi stare perché in quel profondo disagio qualcosa dentro di te si sta trasformando.

Ed è lo stesso che percepivo qui, in questa continua sweat lodge...

Mi sono chiesta: ci sono esperienze così profonde e trasformanti quando invece sei attorniato dalla bellezza? E la mia risposta ha dovuto accettare l'evidenza che no, le profondità che si raggiungono attraverso la sofferenza non sono equiparabili alle magnifiche intuizioni che si possono ottenere nella bellezza.

Sì perché la bellezza poi, comunque, ci rende comodi. Ci si siede e si assapora, finendo per scendere in una specie di inerzia comoda ed emozionalmente (e fisicamente pure!) gratificante.

Ecco perché come anime non possiamo stare nei "cieli" a godere quella meravigliosa atmosfera e amore. Lì apprendiamo la teoria, come appunto le stupende intuizioni che ci arrivano attraverso la bellezza. Poi è però la discesa nell'incarnazione, con le sue sofferenze, che ci permette di trasformare realmente la nostra anima evolvendoci.

Con oggi il mio conto alla rovescia si velocizza. Rimangono ancora 19 giorni (sì perché pur partendo il 20, è alle 4 del mattino il mio volo, per cui è iol 19 pomeriggio che vado in aeroporto, anche per iniziare a mettermi i vestiti più pesanti... e prepararmi per il lungo viaggio).

E questa ultima fase è quella del raccolto. Sta diventando sempre più "gratificante".