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PROCEDO SUL CAMMINO

Nuova fase?

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Leggevo l'altro giorno che stiamo sperimentando il piccolo Monsone, che ormai da anni non veniva più, qui, nel sud dell'India. A quanto pare era solito, verso novembre, ad arrivare con tutte le sue piogge. Che non sono della quantità di quando arriva in estate, e per questo viene chiamato "piccolo", appunto. Di fatto è nel mese di novembre che visita queste terre.
Qui, nel sud dell'India il clima è tropicale equatoriale, per cui umidissimo già di suo, anche senza le piogge. Ma quando piove, e qui lo fa con seriosissima intensità, la terra diventa una spugna pesante. Lavorare in giardino è davvero un'impresa, di equilibrio e di superamento del fastidio che spontaneamente mi provoca.

Ma ormai questo viaggio è tutto un fastidio e, probabilmente, anzi, sicuramente, questo era il senso, l'"iniziazione" se vogliamo. Stare in un disagio totale, che però non superi mai la soglia della sopportabilità. Mi sento come un elastico, tirato. E mi dico, Quanto resisto?
C'è una parte di me, quella infantile, che vorrebbe avere la scusa di mollare. Ma l'altra, che per fortuna è quella che occupa maggior spazio dentro di me, invece, rimane, abbassa la testa e fa tutto quello che deve fare. Alla faccia degli insetti, di tutto 'sto bagnato pesante che mi sta addosso, con il suo fango, la sua umidità appiccicosa, la sensazione di malessere che mi provoca, e ovviamente la fatica. Dove posso e riesco, contribuisco anche io ad aumentare il disagio accettando lavori, come quello in giardino. Un po' come dire: Ok, è questo quello che devo sperimentare? Va bene, allora ci do dentro anche io!
Nel possibile, ovviamente, senza stare a rompermi, che altrimenti sarebbe un gran pasticcio.
E ieri, infatti, ho dormito. Stranamente, perché di solito non ci riesco. Ma nel pomeriggio mi sono abbandonata a un sonno rigeneratore come ormai non ne sperimentavo più da tempo.

Ieri ho anche sentito che il mio corpo stava superando un'altra fase col semidigiuno.
Non digiunando del tutto le reazioni del corpo sono diverse. Quando si digiuna proprio, l'organismo dopo ca. la prima settimana di sofferenza per la fame, si acquieta ed entra in uno stato paradisiaco. Ma col semi digiuno si continua a sollecitare la fame, che quindi non passa mai. Per cui, è senz'altro più faticoso questo, che quello totale. Inoltre non si raggiunge così in fretta quello stato di leggerezza di cui parlavo prima. La purificazione è più lenta, ovviamente.
Tuttavia, credo che da ieri abbia superato la fase più faticosa. Ho infatti avvertito una sensazione di nuova sottigliezza nel corpo e nello spirito che mi ha molto sollevato. Vediamo insomma. La fame continua, eppure c'è una delicatezza nuova che è sopraggiunta.
Spero che si mantenga e con domani, che riprendo il lavoro in giardino, la fatica non mi ributti nella spossatezza. A quel punto prenderò di nuovo a day off...
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In una vita sempre in cambiamento come la mia, questo diario è un po' come il sottile filo di un aquilone, che altrimenti si perderebbe nel cielo... Ho ripreso qui i vari blog creati dal 2002 a oggi.

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