Quello che maggiormente percepisco stando qui, ora, è il senso di ansia, a volte anche di sottile e diffusa paura, e profonda insoddisfazione. Come se la gente qui non vivesse una vita di cui essere grata.
Devo reagire. Non posso permettere che queste acque oscure inquinino le mie..
In questi ultimi anni, con i miei viaggi lontano, ho imparato a parlare al mio corpo e a dirgli che ci saranno fatiche e sforzi intensi e lunghe giornate senza sonno da affrontare. Gli parlo sapendo per certo che ce la può fare, e così è stato. Con mia sorpresa anche, nonostante l'intima certezza. La mia mente, infatti, è sempre all'erta nella sua incredulità!
Piano piano sto applicando la stessa tecnica a tutto ciò che mi "colpisce" e vorrebbe indurmi a credere in risvolti negativi. Sri Aurobindo e Mére dicevano che la trasformazione cellulare inizia proprio con il non cedere ai condizionamenti instillati dal male, che ci vuol convincere che non ce la facciamo, che siamo deboli, perdenti, inutili, brutti...
All'inizio la reazione può anche essere meccanica nel rifiutare il male, non ancora convinta, ma nel tempo, constatando che le situazioni cambiano, ci si accorge che ce la stiamo facendo. Che siamo entrati in una dimensione diversa, che ci trasporta. Una leggerezza che lascia sotto di sé il male, che continua a esistere, ma incredibilmente non ci tocca!
Appunto, il lupo e l'agnello che si abbeverano vicini. Il lupo continua a essere lupo, ma non in quella dimensione, infatti, accanto all'agnello beve e basta, non lo sfiora, non gli fa nulla ...
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