E v o l v e n d o
PROCEDO SUL CAMMINO

Non dare spazio al male

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Lo spirito del male sa molto bene come insinuarsi. Se non riesce a entrare in noi direttamente, allora utilizza persone più disponibili, attraverso cui viene poi a stuzzicarci. Ha bisogno delle nostre emozioni. Il male si nutre di emozioni, quindi le deve suscitare.
Il punto è che in genere, se si è abbastanza esercitati nella percezione, si avverte immediatamente l'onda delle emanazioni che ci arrivano dagli altri. E subito si ha una risposta dal corpo. Immediatamente il corpo risponde con una reazione spontanea. Se quanto ci arriva è in sintonia con il nostro essere la reazione è di apertura. Se invece è discordante, allora il corpo ha un irrigidimento. C'è una specie di intima tensione che si crea. Un qualcosa dentro di noi si mette all'erta.

Ma il male sa molto bene che noi siamo persone su un cammino spirituale, per cui ci fa dire: "sento qualcosa di negativo arrivarmi da questa persona, ma magari sono io che proietto"... A questo punto iniziamo a guardarci dentro, per capire cosa mai stiamo proiettando su quella specifica persona. E così facendo abbassiamo la guardia e la lasciamo entrare, con tutta la robaccia che questa si porta appresso.

Ieri notte mi sono messa in meditazione, profonda, determinata a ricevere una risposta. Perché questo del lasciare entrare persone del genere mi capitava spesso (ultimamente, per fortuna, molto meno!). Dunque cosa è giusto e cosa faccio di sbagliato?
Infine, durante la notte, intanto che continuavo a stare connessa e a chiedere chiarezza, finalmente la risposta, che come un fulmine ha rischiarato il mio cielo interiore.
La proiezione è il risultato di un meccanismo interiore di emozioni e pensieri, anche inconsci, che non è mai accompagnato da una subitanea risposta fisica. Gli esoteristi, per esempio, usano spiegare che se qualcuno provoca una immediata reazione a livello di stomaco, è bene tenerlo lontano. Ci sono forze molto negative all'opera e la reazione a livello di plesso solare è il primissimo segno. Senza arrivare però alla manifestazione pronunciata di entità pesantemente maligne, quando il nostro corpo si ritira in uno spontaneo fastidio immediato, allora lì dobbiamo stare molto attenti, perché o la persona è negativa di suo, o è manipolata da forze sottili negative che la stanno utilizzando per venire a destabilizzarci.

Non c'è proiezioni quando è il corpo a reagire!
Quando invece c'è una reazione emotiva, allora lì potrebbero esserci delle proiezioni. Dico potrebbero perché magari sono le memorie di incontri negativi fatti in precedenza, verso i quali il nostro corpo ci ha dato subito i segnali di allarme, e a cui noi non abbiamo badato...
A nostra disposizione una bussola perfetta: l'immediata e spontanea risposta data dal corpo, che non è stato a elaborare emozioni, pensieri, memorie. Ha subito reagito avvertendo le dissonanze. Bisogna "solo" imparare ad accorgersi delle sue reazioni. C'è distensione? Allora si può procedere con il contatto. C'è tensione, chiusura, fastidio, irrigidmento?  Allora ci si allontani da quella persona, non la si lasci entrare perché sarebbe devastante.

Lì non dobbiamo fare il gioco del male, che fa leva su quel melenso spirito del buon samaritano che ci è stato inculcato. Spesso si dice: "poverino/a". Con queste parole sovvertiamo il nostro sentire e reagiamo alla chiusura che il nostro corpo ci ha comunicato. Gli proponiamo i soliti modelli pietosi e "compassionevoli" (virgolettato perché quella non è compassione!) per andare oltre al profondo disagio che ci ha manifestato. Al posto di fare affidamento sulla propria bussola interna ci affidiamo a quei condizionamenti che ci vogliono "buoni" e pronti a immolarci per gli altri.

Ecco perché il male poi riesce così bene a devastarci.
Dobbiamo invece imparare a esserci dietro alle reazioni del nostro corpo, a sostenerlo con la nostra aderenza a quello che sente, e non a deviarlo imponendogli di tradirsi.

Questo è un ulteriore insegnamento che sto ricevendo. Proprio qualche giorno fa, durante le celebrazioni per la morte di Aurobindo, stavo pensando che su questo preciso punto non avevo ricevuto dei feed backs. Ed eccolo, subito pronto, il problema che si è manifestato! Così ho potuto vedere le solite dinamiche in cui cado, specie quando sono profondamente in contatto con quell'ondata di intima e profonda connessione interiore, che mi fa sentire ricca di buoni sentimenti da condividere.
Invece no, se il mio corpo ha un sussulto, non c'è niente da condividere. In quel caso c'è da essere all'erta e non lasciare che ci vengano a derubare. La nostra casa, il tempio dell'Energia che abbiamo ricevuto e conquistato, deve essere custodito!

Anche quando non è possibile allontanarsi, si deve andare dentro e, come spiegano Aurobindo e Mére, scendere in quella quite totale e starci "aggrappati".
E' come una decelerazione interiore. Quando il corpo manifesta il disagio le emozioni si accelerano e questo è in definitiva ciò che lo spirito del male cerca. Quando siamo accelerati interiormente, più facilmente, si perde il contatto con se stessi e con quella intima e forte quiete che ci rende stabili e centrati. Così, decelerando, è come se tutto nel nostro corpo si acquietasse. Il respiro diventa sottile sottile, lento, appena appena percepibile. E tutto si calma. Stiamo rallentando nel nostre vibrazioni.
Se dunque capita che da determinati personaggi non ci è possibile stare alla larga, allora scendiamo nella quiete decelerando interiormente. Rallentiamo il respiro, concentriamoci su questa lentezza, e stiamo nel nostro centro, pacato, distaccato, connesso...
2 commenti:

...a me riesce abbastanza bene quando sono degli estranei a manifestare una "possessione" del male... il problema, come hai detto tu, è che il male si vuole insinuare e quindi mediamente lo fa utilizzando persone a noi care...
e quelle come fai a tenerle lontane?


eh, appunto, è l'aspetto più difficile, specie se si tratta di persone a cui vuoi bene
tuttavia, anche per scuoterle e risvegliarle, così che si rendano conto che stanno manifestando le interferenze negative, è necessario allontanarsi interiormente, ed esteriormente assumendo un atteggiamento staccato, che non concede giustificazioni e tolleranze
è duro, ma è l'unica risposta, decelerare interiormente, e non coinvolgersi con la nostra energia
il distacco insomma...


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In una vita sempre in cambiamento come la mia, questo diario è un po' come il sottile filo di un aquilone, che altrimenti si perderebbe nel cielo... Ho ripreso qui i vari blog creati dal 2002 a oggi.

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