E v o l v e n d o
PROCEDO SUL CAMMINO

Chiusura

22.2.12
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Il ciclone Thane

22.1.12
A fine dicembre 2011, ho iniziato a leggere alcuni posts su FB, dove amici indiani parlavano del ciclone. Onestamente non ci ho fatto molto caso. Un po' perché lì è quasi scontato che ce ne siano. Durante in miei tre mesi di permanenza a Pondicherry l'avevo vissuto anch'io un piccolo ciclone, che mi aveva letteralmente lasciato senza parole. Mentre osservato la furia del vento che si scatenava sulla terra, sul mare, sugli alberi e su tutto ciò che incontrava, mi rendevo conto che davvero non ci sono parole adatte per descrivere uno spettacolo del genere. Lì alla finestra, mentre guardavo la violenza con cui si abbatteva sul posto, mi rendevo conto di quante volte avevo letto notizie su avvenimenti del genere, di cui però è davvero impossibile avere la reale percezione di quello che vogliono dire. E' proprio così, si deve sperimentare per comprendere sul serio!


Dunque, quando ho saputo del ciclone, ho pensato fosse un qualcosa del genere. E' solo dopo qualche giorno, leggendo le notizie che via via arrivavano, che mi sono resa conto che questa volta la furia era stata incredibilmente violenta, molto più del solito e con molti morti. Ho contattato la mia amica Jasmin (di Matur Udyanam,dove avevo fatto volontariato andando a raccogliere i fiori, lì coltivati, che quotidianamente, più volte al giorno, vengono portati all'Ashram, per abbellire tutti gli spazi delle vari strutture). E' riuscita a rispondermi, fra un black out e l'altro, che stavano bene, ma che la devastazione era davvero impressionante.

Fra tanto disastro, quello che più mi fa effetto è vedere come gli alberi siano stati decimati. Nel post di questo blog: The Green Ogre, trovate le immagini fatte il 2 gennaio a Pondicherry dopo il ciclone.
Chi di voi ci è stato troverà quasi irriconoscibili le vie, persino all'entrata dell'Ashram, dove c'era una magnifica pianta, ora non c'è più!

Nella foto qui a destra vedete appunto l'entrata con a sinistra l'albero che non c'è più!



Tanto per darvi un'idea dello spettacolo che si presenta a Pondy ecco qualche immagine (nel  mio blog in inglese ne ho inserite altre).

Mentre qui di seguito, nel post linkato, trovate un ulteriore aggiornamento che Jasmin mi ha mandato



 Sto cercando di far conoscere questo disastro, perché magari li si aiuti con dei soldi. Pensate, un nostro 20 euro, che per noi magari non è così tanto, per loro è lo stipendio di una donna che lavora tutto il giorno nella campagna. Questo per dire che si può davvero fare molto con poco.
Basta mandare una raccomandata con ricevuta di ritorno e infilarci dentro la banconota, ben nascoste da dei fogli di carta.

Chi di voi è interessato ad aiutare mi contatti che vi darò l'indirizzo di Jasmin e Aravinda, a Matur Udyanam, e la loro mail, per informarli di quanti soldi avete spedito. Anche 5 euro, per loro, tradotto in rupie, fa la differenza!

Ps - Voglio ancora precisare che non mi è stato chiesto nulla e queste è una mia iniziativa che li ha lasciati sorpresi e grati.
Potete contattarli anche in Italiano, infatti sia Jasmin che Aravinda lo parlano, avevano vissuto pure a Genova, dove, se non mi sbaglio, si sono addirittura conosciuti!

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E così è iniziato 'sto 2012

13.1.12
Un'antica credenza, fra il magico e il popolare, diceva di osservare i primi dodici giorni dell'anno per vedere come questo sarebbe andato.
Mi riprometto di farlo ogni volta, considerando pure il fatto che ormai sono anni che passo in meditazione l'ultimo dell'anno. A volte mi è pure capitato di osservarli 'sti benedetti giorni iniziali, solo che poi, non avendo scritto con cura le situazioni che si erano presentate, non avevo modo di verificare.
Quest'anno l'ho fatto. Forse perché è il 2012 e sento che è un anno importante.

Ma non per la storia della cosiddetta "fine del mondo", di questo non voglio nemmeno parlare, che ne ho scritto già abbastanza su queste avvisaglie catastrofiste che prendono spunto da ogni possibile "segno" per annunciare inevitabili fini.

Il 2012 è un anno importante per me. Intanto verso giugno, mese del mio compleanno, entra Giove nel mio segno, i Gemelli. E forse, sottolineo forse, questa volta sono riuscita a essere preparata. Sì perché Giove è il grande aiutante, porta fortuna e apre le porte, ma quando si sta precipitando l'unica grande cosa che può fare è quella di non farti schiantare al suolo!
Quindi, all'arrivo di Giove bisogna trovarsi nella giusta posizione, così che il suo supporto diventi veramente apportatore di buona sorte.

Ho ancora la "seccatura" del quadrato di Giove, che dal Toro, si relaziona male con il mio ascendente, Acquario. Ma in Toro ho anche la Venere, per cui lei, il pianeta della piccola fortuna, un po' mi ha parato i colpi. Solo un po' però...

Questo a parte, a un certo punto della propria esistenza, se veramente si è preso un impegno, dentro, con le munifiche forze della vita, ci si accorge che l'influsso dei pianeti rimane relativo. Certo, fanno, ma dipende sempre e solo dalla qualità del proprio terreno interiore. Come con le malattie. Se il terreno fisico è solido, difficilmente si viene sbalestrati da virus o quant'altro. Se si è deboli basta un nulla per andare fuori asse!

Quindi le stelle, o meglio i pianeti, sono lì a farci da specchio, perché si veda in che stato si è interiormente. Quando si riesce a divenire più forti dentro, i pianeti arrivano, e magari spingono anche bene per farci cadere. Ma noi si inciampa solamente, e si rallenta il passo, magari cercando di mettersi un po' al riparo, mentre si aspetta che infine il possibile uragano passi. Quando si è più stabili dentro se lo si può permettere di lasciarlo sfogare, mentre ci si è ritirati un pochino, al riparo.


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Opinioni che contano

31.10.11
Fra una settimana mi incontro per il ciclo di serate a Casa Manuelli, "Something about life", dove ci si esercita nella conversazione in inglese guardando la serie televisiva canadese "Being Erica". La volta scorsa abbiamo visto il primo episodio della prima stagione (per chi mi segue trova la sintesi qui "Opinions that matter").

E' una storia particolare quella di Erica Strange, trentenne di Toronto, giovane donna brillante, laureata in letteratura, di buona famiglia, che nonostante tutto non trova un buon lavoro, né un buon fidanzato!
Alla fine di una giornata tremenda, dove è stata nuovamente licenziata dal calling center, perché troppo "smart", e il suo attuale ragazzo l'aveva nuovamente snobbata, questa volta per andare in palestra... ha una reazione allergica che la porta al pronto soccorso in fin di vita.
Qui, quando si risveglia, le si presenta uno strano dottore che si offre come terapista.

Erica torna infine a casa e di fronte al peso delle sollecite preoccupazioni di tutta la famiglia e dei suoi amici, che sono perplessi per questa sua evidente incapacità a inquadrare la sua vita, decide di andare da quello strano terapeuta che era andata a trovarla in ospedale, il dottor Tom.

Il dialogo che avviene nello studio del dottore non segue i canoni tradizionali. Innanzitutto il dottore le chiede come mai, secondo lei, la sua vita va a rotoli. Lei risponde che è tutto a causa delle cattive scelte che ha fatto in passato. Il dottor Tom allora le dice di scrivere una lista di tutte quelle decisioni sbagliate che lei sente di aver fatto, e che ora le precludono la possibilità di accedere al successo.
Erica scrive così una lunga lunga lista di eventi e il dottore la porta poi a focalizzarsi su di una in particolare, quando lei a una festa del college si era così sbronzata da passare alla storia per quella che aveva rovinato la festa a tutti.
Il dottore le chiede cosa farebbe di diverso se avesse la possibilità di ritornare indietro. Erica afferma convinta che non si sarebbe più ubriacata, ma intanto che parla uno strano "vento" freddo la riconduce indietro nel tempo.
Eccola quindi sedicenne, al giorno di quella famosa festa.

A parte lo spavento, lo sconcerto e la tremenda ansia che questo ritorno indietro nel tempo le causa, si rende conto che ora deve giocarsi questa assurda opportunità facendo le scelte giuste. E per farlo ci si impegna proprio, solo che le cose non vanno per niente come lei desidera e prendono davvero una piega ancora più assurda. Di nuovo Erica si trova nella situazione orribile di essere pietra dello scandalo. Ancora una volta si trova nella situazione che, per agire secondo coscienza, è costretta a mettersi in mostra con modalità davvero poco ortodosse.
La sua delusione è cocente! Tutti parlano nuovamente male di lei!

Al suo agognato ritorno nella vita attuale non è per niente soddisfatta di se stessa. Tra l'altro non riesce nemmeno a ritrovare il dottor Tom, il cui ufficio è stranamente scomparso dall'edificio in cui l'aveva trovato la prima volta. Non si sente in una buona situazione interiore, ma di lì a poco eccotelo qui il dottore, che lo incontra per la strada.
Le gli grida addosso il suo disappunto! Del fatto che tutti avevano nuovamente da ridire sul suo comportamento e del fatto che l'essere tornata indietro non le era servito proprio a niente! Era stata costretta a scelte che l'avevano messa in ridicolo...

Il dottor Tom le chiede come mai contano così tanto le opinioni altrui nella sua vita. Erica pensa allora che forse il dottore vuole che lei non ci faccia caso, ma non può farlo, e di nuovo glielo grida con tutta la rabbia frustrata che prova dentro.

Ma il dottore le fa notare che non si tratta di non tenere in considerazione le opinioni altrui. E' giusto considerarle. Solo che non devono contare di più delle sue, di quelle che la sua vocina interiore le suggerisce! Ciò che sente di dover fare, lo deve fare, al di là di ciò che la gente potrebbe pensare e dire. Il che non significa che le opinioni di chi lei ama non debbano essere ascoltate, solo che non si devono lasciarle interferire con quello che lei sente giusto.

E quindi è davvero giusto quello che ha fatto nella sua visita indietro nel tempo: ha agito secondo il suo sentire, al di là di tutta la disapprovazione che questo sapeva avrebbe suscitato, perché le persone stanno in genere all'apparenza, senza andare a indagare sul perché uno compie determinate azioni!
La gente trova sempre un qualcosa da ridire sull'operato altrui, ma questo non può e non deve fermarci dall'essere allineati alla propria coscienza!
Erica ha fatto giusto, anche se all'apparenza è risultata l'ennesimo disastro!
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Il filo rosso

17.10.11
A un certo punto ti accorgi di aver trovato il filo rosso. Nella matassa di fili che uno si ritrova quando è qui sulla Terra, alcuni intriganti altri meno, finalmente eccolo lì, ti ci stai ben attaccato, e ti accorgi che è diventato pure la tua ancora di salvezza. Ti accorgi anche che è il filo che hai sempre seguito, mentre ne dipanavi altri, ne curiosavi altri, ne tagliavi altri...

Il filo rosso della tua esistenza infine ti diventa chiaramente visibile, anche se, obiettivamente lo è sempre stato, proprio come un tuo arto, che è tuo anche se non ne sei sempre cosciente. Te lo porti appresso, anzi ti appartiene e non può essere diversamente: quel filo sei tu, e quel rosso salta agli occhi: è la sintesi di tutto quello in cui credi e che senti che sei venuto qui a testimoniare.

La testimonianza è iniziata da subito, anche se all'inizio non ne eri consapevole. Ma ora sì, ti accorgi di tutte le vette che hai scalato e la fatica che hai impiegato, per preservarlo, nutrirlo, dipanarlo da grovigli con altri fili che gli si erano impigliati. E la testimonianza è la tua vita, che non può essere altrimenti: tu sei e stai vivendo quello in cui credi, nonostante le ondate di interferenze che ti assalgono, per deviarti, testarti, infastidirti, sfidarti.
E nonostante l'indicibile stanchezza che all'improvviso ti senti addosso. Ma non importa.

E non importa nemmeno se hai o no delle risposte dagli altri, dall'esterno. Il risultato tu lo hai già ottenuto nel momento in cui preservi e mantieni il tuo fil rouge. Il tuo simbolo, la tua essenza, il tuo vero te stesso, in comunione con il Divino, di cui senti ora tutto il sostegno. Di cui adesso porti avanti lo stendardo, che eventualmente può rivelare la tua scelta. Tu sei quello, tu sei quella promessa, sei quell'impegno che ti sei preso con Dio.  E lì ruota attorno tutto il tuo significato, che assume persino il nome altisonante di "missione". Sì perché hai in mano un tesoro preziosissimo, che in effetti non è nemmeno tuo, ti è stato donato e ora che l'hai riconosciuto ne sei il Guardiano, il Tutore, il Difensore.

Ogni tanto è pure possibile arricchirlo con qualcosa in più, che lo va a meglio definire. Sì, ogni tanto capita. Ma capita dove non c'è la vecchia pretesa di "insegnarti". C'è tanta, troppa, minestra riscaldata in giro, anzi stra-riscaldata, e obsololeta.
Sì perché i tempi cambiano e le necessità evolutive di crescita diventano inevitabilmente diverse. E' l'intontimento in cui si è calati che non permette di vedere, così che ci si aggrappa alle solite notizie, "insegnamenti" che non sono testimonianza, ma ripetizione impersonale di concetti che non sono diventati propri.

In mezzo a questa calca capita poi di trovare altri che come te proseguono, con il proprio filo rosso, cercando di non farsi travolgere, correggendo sempre il tiro, cercando di rimanere immuni dai legami con il passato che, al posto di insegnarti, in questo caso condiziona e imprigiona...
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Viabilità nella vita

13.10.11
Vivere mi ricorda l'essere su di un treno. Quando il treno è partito si arriva alla meta anche stando fermi. Se il treno è in sosta, non si procede anche se si dovesse percorrerlo tutto e di corsa!

Come a dire che ci sono momenti in cui le cose non si muovono per niente, non si procede, si rimane lì, anche nel disagio, proprio come su questi nostri treni di pendolari, scomodi, disagevoli, eternamente fuori orario.
Poi, quando infine parte, si procede e non c'è bisogno più di correre, né tanto meno di camminare, perché è il treno a farlo per noi.
Così arriviamo alla meta. Sempre che non si abbia sbagliato treno però...

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La cometa si sta disintegrando!

25.9.11
E' da molto che se ne parla. Io non ci tengo a dare spazio a tutto il catasfrofismo che c'è in giro, che ci arriva da tutte quelle persone, incapaci di gestire e fluidificare le proprie paure interne, per cui le oggettivizzano cercando fuori giustificazioni possibili alle loro nubi interiori. Quindi lascio perdere tutte le varie "profezie".
Una volta scrivevo articoli su articoli, per dimostrare che tutte quelle previsioni del passato non si sono mai avverate. Ma si sa, chi è dentro nelle emozioni non ragiona, per cui servono a poco le dimostrazioni contrarie. (Chi desidera informarsi con sano buon senso, cognizioni reali e senso critico può andarsi a leggere il blog di Paolo Attivissimo, già a suo tempo aveva inserito un post sulle notizie e siti menagramo, come li definisce lui).

Chiusa parentesi.

C'è però la storia di Niburo che è quanto mai curiosa e mi aveva intrigato. A quanto pare c'è questo pianeta particolare, chiamato anche il "decimo pianeta", Niburo appunto, a cui è associata la cometa di Eulonin (vedi qui di cosa si tratta). Disegnata nelle sue mappe, da Eulero, fisico e matematico svizzero dell'Illuminismo (Leonhard Euler 1707-1783), "specializzato" nello studio dell'orbita di comete e movimenti celesti, di cui una vien riprodotta sui vecchi dieci franchi svizzeri con la cometa (vedi immagine inserita nel post).
Il punto che ha stupito tutti quanti è che i due corpi celesti in questione compaiono tracciati da Eulero, in tempi non sospetti, ovvero quando ancora non se ne sapeva nulla. Su YouTube ce ne sono davvero parecchie di riflessioni su questo suo disegno (vedi Niburo 10 Swiss Francs)

Verso marzo scorso, in modo particolare verso la prima settimana, per poi abbondare dopo l'11, quando ci fu la disgrazia in Giappone, sono stati davvero tantissimi i post su questi due corpi celesti, e su Eulero, e i calcoli, e le distanze, e le orbite... Gli articoli ovviamente continuavano su questa onda profetica di diverse catastrofi in arrivo, in modo particolare da ora, settembre 2011, con il massimo del pericolo per ottobre, il 16 o il 17, quando Elenin si trova nel suo punto più vicino alla Terra.

Ebbene adesso arriva la buona notizia, buona davvero, perché addirittura la inserisco qui nel mio blog. A quanto pare la cometa associata a Niburo si sta disintegrando!

L'astronomo russo Leonid Elenin, scrive su SpaceObs.org, confermando il fenomeno di disgregazione che sta coinvolgendo in questi giorni la cometa che porta il suo nome, fonte – secondo i catastrofisti – di immani tragedie per la Terra.

Come molti lettori già sanno, la cometa Elenin ha iniziato il suo irreversibile processo di disgregazione. Avevamo già parlato della probabilità di un simile risultato, ma ritenevo fosse meno del 50%. Sul grafico a sinistra (nella foto) potete vedere una selezione di dieci comete che si sono avvicinate al Sole a meno di 0,5 unità astronomiche. La linea rossa mostra il confine a sinistra del quale, secondo una formula di J. Bortle, c’è la zona di sicurezza, ma a destra c’è la zona di disintegrazione. Il colore giallo mostra la cometa Elenin, con la magnitudine assoluta ottenuta dalle osservazioni visive, e il colore blu è invece dai datti del JPL della NASA. Come si vede, la formula Bortle, tutto sommato, non funziona troppo male. Sebbene ci sia una brillante eccezione: il triangolo verde che appartiene all’eccezionale cometa 96P/Machlotz, di cui parlerò la prossima volta.
Ora è assolutamente chiaro che la drastica diminuzione della luminosità della cometa, notata per primo da Michael Mattiazzo il 20 agosto, non è stata casuale: il processo di decadimento era già iniziato, e nel corso dei giorni successivi la cometa è cambiata notevolmente. Il suo pseudo-nucleo è diventato diffuso ed esteso, ed è poi scomparso del tutto. Nelle immagini del 1° settembre nella chioma della cometa non c’erano fenomeni visibili di condensazione, e questo voleva dire che la cometa si era già disintegrata in pezzi piuttosto piccoli, con una taglia massima di non oltre un centinaio di metri.
Una simile disgregazione di piccole comete nel loro passaggio vicino al Sole non è rara, e in ciò non c’è nulla di sorprendente. Faccio notare che si tratta di una disgregazione, non di un’esplosione. Tutti i pezzi continuano a muoversi sulla traiettoria della cometa. I frammenti di grandi dimensioni probabilmente continueranno a disintegrarsi in frammenti più piccoli. È possibile che nel mese di ottobre, quando la cometa entrerà nel cielo mattutino, non saremo più in grado di vedere quella che una volta era la cometa Elenin. È possibile che qualcosa sarà visibile ai grandi telescopi terrestri. La disgregazione di una cometa di lungo periodo piuttosto vicina alla Terra (alla scala del Sistema Solare) è un evento piuttosto raro. Nel corso di un tale fenomeno si può vedere l’interno della cometa per comprendere meglio la sua costituzione e composizione.
Nel complesso, la cosa scientificamente più interessante è il fenomeno di disgregazione, ma purtroppo in questo momento la cometa non è visibile ai grandi telescopi o addirittura al telescopio spaziale Hubble a causa della sua ravvicinata distanza angolare dal Sole (minima elongazione). D’altra parte, gli astrofili che aspettavano che la cometa fosse visibile a occhio nudo, ora non la vedranno nemmeno con i telescopi e i binocoli.
Vi aspettiamo il 23 settembre, quando la cometa dovrebbe comparire nel campo visivo del coronografo spaziale SOHO. Qualsiasi risultato ci dirà cosa dobbiamo aspettarci per l’inizio di ottobre, quando la cometa ancora una volta dovrebbe apparire nel cielo prima dell’alba. Vi aspettiamo. La fine di questa storia è vicina. (Tratto da qui)
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Come eravamo...

25.9.11
Eh sì, una volta era così la normale quotidianità dei bambini, a casa e a scuola e in giro...

[Fonte: da FaceBook]
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Leggerezza

21.9.11


A un certo punto il Budda afferma che il Sutra Usnisa Vijaya Dharani dovrà essere conosciuto come  il mantra che purifica tutti i sentieri del male, in grado di eliminare tutti i debiti karmici...
Se uno recita Dharani  21 volte al giorno rinascerà nella terra della benedizione suprema. Recitandolo ripetutamente, si rafforzerà la propria vita e la si allungherà con le benedizioni più straordinarie.
E se a qualcuno capiterà anche solo di ascoltare per un momento questo Dharani, la sua saggezza spirituale verrà risvegliata, così che il suo karma potrà essere trasformato.
I meriti di questo sutra sono innumerevoli, fra questi ricordiamo quello di aumentare la saggezza, di raggiungere la purezza universale, di sviluppare la protezione spirituale, di realizzare il Nirvana. Dharani distrugge le calamità, illuminando e così salvando coloro nelle difficoltà, elimina le offese provocate dal karma e le trasforma in buone azioni. Porta benefici a tutte le creature, compresi gli animali tutti e alla natura. Libera gli esseri intrappolati nelle dimensioni sottili.

Il testo sanscrito del sutra così recita:
"NAMO BHAGAVATE TRAILOKYA PRATIVISISTAYA BUDDHAYA BHAGAVATE. TADYATHA, OM, VISUDDHAYA-VISUDDHAYA, ASAMA-SAMA SAMANTAVABHASA- SPHARANA GATI GAHANA SVABHAVA VISUDDHE, ABHINSINCATU MAM. SUGATA VARA VACANA AMRTA ABHISEKAI MAHA MANTRA-PADAI. AHARA-AHARA AYUH SAM-DHARANI. SODHAYA-SODHAYA, GAGANA VISUDDHE. USNISA VIJAYA VISUDDHE. SAHASRA-RASMI, SAMCODITE, SARVA TATHAGATA AVALOKANI, SAT-PARAMITA, PARIPURANI, SARVA TATHAGATA MATI DASA-BHUMI, PRATI-STHITE, SARVA TATHAGATA HRDAYA ADHISTHANADHISTHITA MAHA-MUDRE. VAJRA KAYA, SAM-HATANA VISUDDHE. SARVAVARANA APAYA DURGATI, PARI-VISUDDHE, PRATI-NIVARTAYA AYUH SUDDHE. SAMAYA ADHISTHITE. MANI-MANI MAHA MANI. TATHATA BHUTAKOTI PARISUDDHE. VISPHUTA BUDDHI SUDDHE. JAYA-JAYA, VIJAYA-VIJAYA, SMARA-SMARA. SARVA BUDDHA ADHISTHITA SUDDHE. VAJRI VAJRAGARBHE, VAJRAM BHAVATU MAMA SARIRAM. SARVA SATTVANAM CA KAYA PARI VISUDDHE. SARVA GATI PARISUDDHE. SARVA TATHAGATA SINCA ME SAMASVASAYANTU. SARVA TATHAGATA SAMASVASA ADHISTHITE, BUDDHYA-BUDDHYA, VIBUDDHYA-VIBUDDHYA, BODHAYA-BODHAYA, VIBODHAYA-VIBODHAYA. SAMANTA PARISUDDHE. SARVA TATHAGATA HRDAYA ADHISTHANADHISTHITA MAHA-MUDRE SVAHA."

Esiste anche una forma abbreviata:
"Om amrta-tejavati svaha"
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11 Settembre

11.9.11
Dieci anni dopo sono ancora senza parole...
La tentazione di parlare non porta alcuna garanzia di chiarezza. La comprensione sfugge. Rimane solo l'ombra, cupa, che ci ha sfiorato.
La sua oppressione era evidente. E noi ce l'abbiamo fatta a non diventare suoi prigionieri?
Nonostante tutto ho la sensazione che, ancora una volta, le forze del bene non ci hanno abbandonato. Il loro tocco ci ha insegnato a distinguere, per fare sì che non tutto fosse tacciato di malignità, perversa.
Ancora possiamo cogliere le differenze. Ancora possiamo credere che dietro alle assurdità inscenate dal male, l'essere umano, di qualunque pelle, sa riconoscere comunque il fratello, la sorella. Perché siamo tutti in cammino.


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Anniversario indiano...

15.8.11
Oggi l'India celebra il suo Independence Day che, guarda "caso", corrisponde al compleanno di Shri Aurobindo. Tutto in India, per quel che mi concerne, ha una corrispondenza con qualcosa di significativo. Le date che ho vissuto là sono state tutte quante una coincidenza particolare con qualcosa che profondamente mi implicava personalmente.

Adesso ho in programma di ritornarci a gennaio, sempre che riesca a sistemare i documenti di identità che voglio unificare. Ovvero fare in modo che passaporto svizzero e quello italiano combacino... E' una storia lunga che non mi metto a raccontare, ma credetemi, dà problemi che mi sono stancata di avere!
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E ora?

25.7.11
A un certo punto della propria esistenza uno sceglie la strada che vuole percorrere. Quella vera vera intendo, non le varie strade che servono a sopravvivere.
Io la mia l'ho scelta da giovanissima. Ho sempre avuto una forte tendenza mistica, per cui, al tempo in cui il mondo si capovolgeva con il '68, che però in Italia è arrivato verso gli anni '70, io ero già da molto occupata a inseguire Dio.

Il fatto di scegliere un cammino spirituale però non implica che la vita non si debba vivere. Bisogna mangiare, bisogna relazionarsi con gli altri, bisogna avere a che fare con le cose che accadono nel mondo... Quindi tutto questo non viene certamente eliminato, anzi... Solo che lo si vive in modo diverso, perché la priorità interiore è un'altra, che però è comunque da conquistare. Così si praticano metodi che si spera aiutino a incontrare questo benedetto Dio, da cui si è attratti.

Di percorsi esoterico-spirituali ne ho intensamente praticati diversi. Tutti si basano comunque sulla capacità di raccoglimento. Si può chiamare preghiera o meditazione, che a loro volta partono dalla capacità di concentrazione. Le iniziali immagini mentali su cui focalizzarsi servono appunto a insegnare come quietare la mente e quindi le emozioni, richiamando immagini che per risonanza si avvicinano alle dimensioni elevate del creato. Prima fra tutte è la visione della luce.

Di meditazioni con questo tema e affini ce ne sono davvero tante. Ognuno deve trovarsi quelle che gli risuonano maggiormente. E così si procede.

Poi, piano piano, ci si accorge che le cose iniziano ad andare da sole, basta mettersi in raccoglimento e davvero la pace scende dentro di noi, apportando anche immagini luminose e di significato entro cui possiamo portare il nostro mondo da purificare ed elevare.

Ma, si sa, noi qui sulla Terra siamo come a scuola. Si frequentano i vari livelli evolutivi, che si succedono uno dietro l'altro, non appena abbiamo imparato tutto quello che c'era da apprendere in quel determinato "corso". E così, come dicevo nella chiacchierata: Ho imparato, si procede, scoprendo anche che avanzando, ciò che prima valeva e funzionava, può incredibilmente smettere di valere e funzionare. Addirittura il più diventa meno e viceversa. Sorprendente all'inizio!

E appunto, come già lo raccontavo in Ho imparato, ora mi trovo in un nuovo livello. La meditazione quotidiana, anzi, più che quotidiana perché poi diventa una connessione interiore costante, oggi la posso continuare come sempre, entrando nella luce che richiamo nell'immagine mentale, però questo modo lo sento sempre più obsoleto. Certo funziona (per fortuna!), ma il richiamo è rivolto a qualcosa di diverso che ancora non ho imparato bene.

Da un po' di anni insegno che la connessione spirituale è avvenuta solo se è il corpo a darci la reazione immediata (vedi La risposta del corpo), sì perché altrimenti è fantasia emozionale, in cui ci si insinuano tutte le diverse infiltrazioni dall'astrale, più o meno elevato.

Non mi era però ancora venuto in mente di stare invece nel corpo, anche se ormai è una vita che rincorro la trasformazione cellulare, in quanto so che è solo quella a garantirci la vera evoluzione (vedi La volontà che rifiuta il male). L'altro giorno, mentre leggevo uno dei numerosi libri acquistati all'Ashram di Sri Aurobindo e Mére a Pondichéry, ecco l'"illuminazione" che, come sempre avviene, non è mai una vera novità, corrisponde a un qualcosa che dentro si era già mosso, solo che non lo si ha ancora ben riconosciuto. Mére parla di mettersi in contatto con la natura, o meglio, con la La Forza vitale universale...
Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima?

Avevo già iniziato a fare una specie di meditazione danzante riprendendo con la mia amica Ale la danza all'Arcangelo Michele. Nella nostra connessione settimanale la stavamo sperimentando, e davvero ci sono dei movimenti che mettono in contatto con l'energia universale. Ora questa consapevolezza si sta allargando alla natura, scrigno potente in cui è contenuta la forza dell'energia universale.

Mére dice poi che c'è un altro tipo di meditazione, quella dell'essere completamente quieti, senza però tentare di fermare il flusso dei pensieri. Quando arrivano li si osserva come eventi che non appartengono alla nostra vera natura. Si sta nell'aspirazione intanto che si coltiva il "nulla" interiore, disturbato all'inizio dagli inevitabili pensieri che arrivano, ma che si lasciano andare, non appena ce ne accorgiamo, per ritornare nel nulla (vedi Meditating)... In questo nulla che sto tentando di coltivare sento il silenzio cosmico, che mi sale da dentro e mi impregna di una pace infinita, di cui sono poi vibranti le mie cellule. No, forse vibranti non è la parola giusta, perché in definitiva le sento di una pacatezza totale, sicura, ferme nella certezza del loro esistere, ed esistere bene, figlie di un Dio che le ha generate e le cura come i fiori amati del proprio giardino.

E mentre i le idee si innescano in questo mare di pace come bambini che entrano giocosi spruzzando acqua che si illumina nel sole dell'estate, io mi allontano ogni volta dal frastuono eccitato, e cerco di riconnettermi con quella calma placida che sto scoprendo esserci nella parte più profonda e sopita del mio organismo.
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E' responsabilità

2.7.11

È responsabilità della società accettare che il poeta sia un poeta
È responsabilità del poeta essere una donna
È responsabilità del poeta stare agli angoli delle strade
consegnando poesie e volantini scritti mirabilmente
o volantini dalla retorica esasperata
inguardabili
È responsabilità del poeta essere pigro andare in giro a vaticinare
È responsabilità del poeta non pagare tasse destinate alla guerra
È responsabilità del poeta entrare e uscire da torri d’avorio e bilocali in periferia
e campi di granoturco e accampamenti militari
È responsabilità del poeta maschio essere una donna
È responsabilità del poeta femmina essere una donna
È responsabilità di chi è poeta affermare la verità contro il potere
come dicono i Quaccheri
È responsabilità di chi è poeta imparare la verità da chi non ha potere
È responsabilità del poeta dire molte volte:
non c’è libertà senza giustizia
e questo significa giustizia economica e giustizia degli affetti
È responsabilità del poeta cantarlo in tutte le chiavi
originali e tradizionali in cui si cantano e dicono le poesie
È responsabilità del poeta ascoltare le chiacchiere
e rimetterle in giro come i cantastorie che travasano il racconto della vita
Non c’è libertà senza paura e coraggio.
Non c’è libertà se non continuano la terra e l’aria e l’acqua
e se non continuano anche i bambini
È responsabilità del poeta essere una donna
sorvegliare il mondo e gridare come Cassandra
ma stavolta essere ascoltata.
[Grace Paley]
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Le 13 Lune

18.6.11
L'altra notte, a Cuccaro, nelle colline del Monferrato ci siamo riuniti per la meditazione del Plenilunio dei Gemelli, ovvero la celebrazione della Buona Volontà in cui si afferma l'intento del proprio servizio.

Sono state giornate convulse le mie e io sono arrivata lì un po' con l'affanno, ma finalmente eravamo nel boschetto di tigli, vicino alla chiesetta della Madonna delle nevi.
Durante la preparazione mi avevano pure informato dell'eclissi, di cui io, nella congestione di quelle giornate, non ne sapevo proprio nulla.
Che meraviglia, ho pensato, un plenilunio con la Luna che si oscura, anzi no, che diventa rossa...

La nottata era splendida. Il caldo era tornato e aveva asciugato la terra, per cui si era potuti avventurarsi lì, a meditare in natura, accompagnati dal tepore della giornata. Su quella collinetta, sotto a una luna che non si vedeva, spirava però una brezza gentile e decisa, che ci ha accompagnato per tutta la meditazione.
Alla fine, prima di tornare ad Alessandria, ci siamo soffermati a guardare il cielo, tutto stellato, mentre si cercava la luna. Su quell'altura che si affacciava a 360 gradi su tutta la zona attorno, sembrava di essere dei privilegiati. La natura, dolce di quelle colline, la nottata fresca e profumata, un evento particolare che si celebrava insieme, e poi anche l'eclissi.

Ma noi 'sta luna proprio non la si vedeva. Finché qualcuno è riuscito a scorgerla nel cielo, direzionando così la nostra attenzione. Eccola lì, un'ombra rossastra, appena appena accennata, che finalmente siamo riusciti a vedere. E mentre stavamo lì col naso per aria, anche una stella cadente si è infiammata nel suo precipitare, facendoci esclamare di giubilo tutti in coro!

Ognuno di noi sembrava continuare a sottolineare l'incredibile particolarità della serata, e in quelle chiacchiere amichevoli eccoti un'altra informazione, che ha reso quella notte ulteriormente preziosa per noi tutti: quel plenilunio era il primo delle tredici lune del cambiamento indicato nel calendario Maya. Che non finisce a dicembre, bensì a maggio 2012 con la tredicesima luna, che segnerà l'avvenuto riallineamento delle coscienze di coloro che sono pronti ad accogliere la nuova vibrazione.

Insomma che dire ancora, decisamente abbiamo sperimentato una nottata davvero benedetta!
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India India!

3.6.11
Mia figlia dice che sono rimasta lì, e ovviamente non è bene...
Non so però se veramente, "ovviamente", non sia bene. Non è bene se non vivessi qui, nel presente di ora. Invece ci sono. Sono qui, faccio le mie cose, vado avanti.
Ma indubbiamente l'India mi è sempre dentro. Con una sorpresa infinita che perdura.
Mi faccio tornare alla mente la fatica vissuta là, il caldo assurdo, lo sporco e gli odori e le immagini di cose che mi davano un pugno nelle stomaco, che mi obbligavano a cercare di non vedere e non odorare... Eppure mi si muove tutto dentro, in una profondissima e intensissima emozione, piena di immensa gratitudine, quando penso all'India. Da piangere, da tanto che mi tocca e mi smuove. Come sia possibile non lo so. Non riesco nemmeno a spiegarmelo. Ma è così.
Se ritorno lì con la mia energia è come un riaffermare il senso esistenziale che si è radicato dentro di me. E per questo, ogni tanto, creo un video, con quella musica e quelle immagini. Ma soprattutto con sprazzi di quel significato ritrovato e riaffermato.

India: A Lesson In Life (la musica è Ahista Ahista)

Indian Spirituality (la musica è l'inno nazionale indiano)

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Casa Manuelli

24.5.11
Ho iniziato la mia partecipazione a Casa Manuelli, un'Associazione culturale che si trova a San Michele, una frazione di Alessandria. Qui proporrò le mie attività e insieme avvieremo altri eventi. 
Questo è uno di quei posti in cui l'armonia della bellezza, mai nevroticamente ricercata, viene naturalmente offerta da una naturale disposizione interiore dei proprietari. Ogni angolo, anche quando è un semplice ripostiglio, sembra un quadro. La vita vissuta del quotidiano è una composizione, dove niente è "fuori posto", e il disordine naturale del vivere inevitabilmente diventa un arrangiamento artistico. 
































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Di stagione

20.5.11
C'è tutto un rifiorire esuberante attorno. I profumi sono paradisiaci. Dapprima le robinie, ora i tigli. Per non parlare dei diversi arbusti profumati che si incontrano camminando in giro!
Che stagione piena di promesse, anzi no, piena di doni in atto, che la natura ci concede, generosa nel suo offrirsi.

Il caldo avanza e io sono davvero curiosa di vedere come lo gestirò dopo l'India. Se qui l'estate padana mi è sempre sembrata opprimente, dopo il caldo umido dei tropici, che mi ha letteralmente sfatto, mi sembra possibile che ora potrei anche riuscire a gestirlo meglio, ... forse, chissà. 
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Pulizie interne

3.5.11
Da lunedì sono in digiuno, per questa settimana quindi riposo, silenzio e ascolto del corpo, che col digiuno fa le sue pulizie. Ma non solo. Anche l'animo si rimesta. E per questo, i primi giorni, quelli più faticosi, sono una discesa nel disagio fisico e psicologico. Le nubi delle tossine che iniziano a smuoversi offuscano e abbattono. E' davvero meglio dormire e lasciare che tutto, piano piano, venga scaricato.

Da stasera va meglio, le nubi interiori si sono diradate e ora mi auguro di entrare nella fare luminosa e leggera del digiuno, quella per cui ogni digiunatore ritorna a digiunare. Quella dove tutto, internamente, sia fisicamente sia psicologicamente, diventa sempre più chiaro e direi addirittura soave...
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Altri mondi possibili

26.4.11
E' un mese quasi che non scrivo, tutto procede con le solite inevitabili interferenze. A volte pesi maggiori, che portano in abissi da cui mi devo scrollare per non fare che l'abisso poi si accorga di me ("se continui a guardare nell'abisso poi l'abisso guarda in te" - Nietschze), altre volte con quelle noiette incredibili, anzi, impossibili, che però accadono e verso cui non c'è rimedio, l'unica cosa è non farsi avviluppare dalle negatività che il fastidio crea.

Nell'ultima settimana ho conosciuto delle persone che volevano intervistarmi. Ci siamo incontrati e abbiamo finito col raccontarci le nostre "filosofie", per riscoprire una volta di più che in definitiva le osservazioni finali conducono sempre alla stessa conclusione (vedi articolo "I visitatori dall'invisibile"), espresse solitamente con parole diverse, i cui significati però si equivalgono.
Ma questo incontro mi ha portato a riconsiderare certi aspetti, anzi dimensioni, del sottile su cui solitamente non mi sto a dilungare.

Di fatto, mi sto accorgendo che davvero dentro di noi si apre l'infinito. A noi poi scegliere verso quale di questi mondi dirigersi. E forse uno vale l'altro, ma forse anche no. E questo è per certi versi inquietante!
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Attendere con fiducia

28.3.11
Patrizia, su Facebook, mi ha lasciato un commento al mio post precedente che mi ha immediatamente ricordato un paragrafo di Rainer Maria Rilke, che ho sempre molto amato e che mi portavo nel cuore, fino a quando, evidentemente, l'ho dimenticato in qualche mio anfratto interiore.
Sono andata a cercarlo, ed eccolo qui, in una traduzione un po' arrangiata da me, visto che in effetti Rilke si rivolgeva a questo Herr Kappus, dandogli del voi, mentre in italiano ve lo propongo in modo più diretto:
Così non devi spaventarti (…) se cresce davanti a te una tristezza più grande di quanto tu abbia mai visto; se un’inquietudine, come la luce e le ombre delle nuvole, passa sopra le tue mani e sopra tutto ciò che fai. Devi pensare che (…) la vita non ti ha dimenticato, che ti tiene fra le sue mani, che non ti farà cadere. Perché vuoi eliminare dalla tua vita tutte le agitazioni, tutti i dolori e tutte le malinconie, dal momento che non sai realmente che cosa stanno facendo su di te questi stati d’animo? (…) Come malato devi essere paziente (…) in ogni malattia ci sono molti giorni in cui un medico non può fare altro che attendere. Ed è questo che tu, che sei il tuo stesso medico, devi fare soprattutto ora. (da Lettere a un giovane poeta)

A questo punto mi sono messa in uno stato di attesa fiduciosa, o quanto meno sto cercando di farlo. Non è certamente semplice, perché si ricade facilmente in quella strana e confusa spossatezza. Ma poi, come un inaspettato raggio di sole, ecco che mi ritorna quel sussurrìo che mi invita a stare in pace. E io mi rimetto lì, dentro di me, ad attendere. Intanto la vita attorno prosegue, ma io sto qui, e aspetto che anche dentro di me si risvegli...


Per quelli come me che amano il tedesco, qui di seguito l'originale:
Da dürfen Sie, lieber Herr Kappus, nicht erschrecken, wenn eine Traurigkeit vor Ihnen sich aufhebt, so groß, wie Sie noch keine gesehen haben; wenn eine Unruhe, wie Licht und Wolkenschatten, über Ihre Hände geht und über all Ihr Tun. Sie müssen denken, daß etwas an Ihnen geschieht, daß das Leben Sie nicht vergessen hat, daß es Sie in der Hand hält; es wird Sie nicht fallen lassen. Warum wollen Sie irgendeine Schwermut von Ihrem Leben ausschließen, da Sie doch nicht wissen, was diese Zustände an Ihnen arbeiten? Warum wollen Sie sich mit der Frage verfolgen, woher das alles kommen mag und wohin es will? Da Sie doch wissen daß sie in den Übergängen sind, und nichts so sehr wünschten, als sich zu verwandeln. 
Wenn etwas von Ihren Vorgängen krankhaft ist, so bedenken Sie doch, daß die Krankheit das Mittel ist, mit dem ein Organismus sich von Fremdem befreit; da muß man ihm nur helfen, krank zu sein, seine ganze Krankheit zu haben und auszubrechen, denn das ist sein Fortschritt. 
Sie müssen geduldig sein wie ein Kranker und zuversichtlich wie ein Genesender; denn vielleicht sind Sie beides. Und mehr: Sie sind auch der Arzt, der sich zu überwachen hat. Aber da gibt es in jeder Krankheit viele Tage da der Arzt nichts tun kann als abwarten. Und das ist es, was Sie, soweit Sie Ihr Arzt sind, jetzt vor allem tun müssen. (fonte)
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La fatica addosso

25.3.11
Marzo è per me un mese di calo energetico. Il Sole entra nel segno dei Pesci ed è in quadratura con il mio Sole di nascita, su cui c'è in congiunzione la mia Luna e il mio Marte. Per cui l'energia scema, mi rende più vulnerabile e meno brillante. Ma quest'anno l'azione di calo è stata doppia, infatti non solo il Sole, ma anche Marte di transito ha viaggiato nei Pesci al suo stesso passo. Risultato: una stanchezza che è diventata sempre più marcata!

L'equinozio di primavera sarebbe un momento eccellentissimo per fare quei rituali di crescita in cui si rinnova il proprio intento e impegno. Ma per me sono impossibili in questo momento, che non è propizio. Infatti non ho abbastanza energia. Ciò nonostante, amici esuberanti e un po' faciloni, spesso mi invitavano a presenziare a queste celebrazioni. Non c'era verso di far comprendere loro che, appunto, il buon esoterista, non solo deve leggere le stelle esterne, ma anche le stelle interne. Ovvero, se fuori è il momento giusto ma non corrisponde con il tuo momento giusto, allora è inutile accingersi in azioni di quel tipo...
Non so quante volte mi sono ritrovata a fare levatacce assurde, per andare in posti solitari, spersi solitamente tra le montagne, dove a detta di questi amici c'era un incrocio di energie possenti, ideali per rituali di quel tipo.
Al freddo, assonnata e stanca, mi piazzavano nello spazio che avevano identificato essere quello giusto e poi mi mettevano in mano il foglio, in cui avevano scritto le formule, in latino, a volte in ebraico...

Tali personaggi non si riesce a farli ragionare, sono troppo gonfiati del loro entusiasmo, per cui, rassegnata, eccomi lì ad attendere infreddolita il sorgere del primo raggio di sole, da salutare pronunziando antiche formule.
Intanto che leggevo, per niente convinta, la mia mente divagava a riflettere sui suoni che emettevo: chissà se sono quelli giusti... In latino forse sì (anche se nessuno sa dirci con esattezza come era la pronunzia reale dei latini, e infatti i tedeschi lo leggono diversamente da noi, per esempio pacem, loro dicono "pazem"...). Ma cosa dire dell'ebraico, chi mi dice che questo amico qui, così facilone ed entusiasta, abbia davvero la pronunzia esatta di questi suoni antichi, che io so dover essere pronunziati nel modo giusto per evocare il giusto effetto...

Finalmente l'azione magica terminava e si tornava alla base, dove il mio unico desiderio era quello di riprendermi con un buon caffè e starmene un po' in pace.
Ora non mi lascio più coinvolgere in levatacce assurde. Ora il mio rifiuto è cortese e senza replica. Non sto nemmeno a spiegare, passo semplicemente ad altro e sorvolo l'argomento.

Marzo sta terminando, Marte è ancora nei Pesci e in esatta quadratura. Sono sfinita.
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Pentole e coperchi

19.3.11
Si diceva una volta che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Come a dire che lo si scorge facilmente nel suo operare, basta un minimo di attenzione, e quel suo tramare risulta subito evidente...
In effetti oggi devo invece affermare che il diavolo fa sia le pentole sia i coperchi, e poi ci imbandisce pure una magnifica tavola invitante, ben curata nei minimi dettagli, perfetta insomma!
Chapeaux alla sua incredibile astuzia, noi non lo battiamo in nessun caso, non siamo né più furbi né più bravi.

Ma possiamo però accorgercene.
Ci ho scritto un articolo "L'invisibile interferenza del male" perché sono senza parole di fronte alla maestrìa con cui le forze negative raffinatamente operano. Nella mia vita che, sempre e di nuovo, si trova a dover calibrare impeti che mi nascerebbero spontanei e giustificati pure; e nella vita di chi mi sta accanto, amici e parenti, che costantemente si trovano alle prese con quegli incredibili tranelli.
E quanta fatica occorre per sciogliere le emozioni che salgono, siano queste ribollenti, o di deprimente delusione e sconforto. Ci vuole tempo e soprattutto un sacco di impegno a placarsi e a riequilibrarsi dentro, intanto che le sollecitazioni alle reazioni emozionali continuano a spingerci nell'angolo!

A volte è più semplice lasciar andare la presa che tali sollecitazioni esercitano su di noi. Quella colla appiccicosa e malefica che va ad attaccarsi alle nostre reazioni emotive, sollecitando sia quelle di prepotente impronta yang, sia quelle che invece mostrano tutte le caratteristiche deprimenti dello yin.
A volte basta però un attimo e, improvvisamente, vediamo la scena da fuori. Ci vediamo coinvolti in una discussione dolorosa e dissacrante, un battibecco carico di emozioni che non sembra trovare alcuna soluzione. E in quel momento constatiamo l'opera di suggestione che arriva da fuori, da quelle sottili forze esterne che stanno premendo su di noi perché si reagisca producendo quelle emozioni negative di cui loro si nutrono!

Ma il più delle volte non si hanno insight del genere. Siamo lì, nella situazione, e il dolore o la rabbia ci attanagliano.

Fare un passo indietro, è l'unica reazione possibile in quel momento, che per fortuna mi riesce (almeno questo!), anche se poi, dentro, la lacerazione è evidente.
Medito, recito i miei mantra, e infine chiedo aiuto alle Presenze più luminose del creato. In un piccolo mio rituale accendo un cero bianco, con sotto, su un fogliettino piegato, la spiegazione dell'aiuto che richiedo, e poi lo lascio bruciare.
Mi è stato fatto capire che non devo ritornarci col pensiero alla situazione incriminata, non devo infatti interferire con le forze di guarigione che ho evocato.
E questo, per lo meno durante il primo giorno, è incredibilmente difficile. La lingua batte dove il dente duole e immancabilmente il pensiero ci ricasca. E io a rimandarlo via, sempre e di nuovo non appena me ne accorgo.

Tre giorni di solo cero acceso senza alcuna mia interferenza mentale, così mi è stato chiesto. Il primo giorno è però un assillo, così non posso contarlo come una di quelle tre giornate da lasciare vergini, totalmente nelle mani delle Forze della Luce. Mi tocca allungare i tempi e lasciar trascorrere quella prima tormentata giornata in balia di mostri che mi attaccano sghignazzando, di fronte alla mia debolezza, che costantemente si lascia coinvolgere.
La notte passa nel tormento, ma per l'indomani sono più che determinata ad allontanare ogni interferenza. E così faccio. Accorgendomi poi pure che quella assillante giornata precedente è stata come una crisi di guarigione, intensa, dolorosa, faticosissima, che però ha spurgato roba.
Ora posso lasciar bruciare il cero per quei tre giorni. Ho riconosciuto i trucchetti e ho eliminato le "tossine" emozionali.
Il cero brucia e io lo lascio fare, consapevole delle Presenze luminose che ho evocato, che sento come in riunione, intanto che risolvono, nel sottile, quel garbuglio energetico provocato.
Accanto ci sta una bottiglietta con la mia Acqua oloquantica, che berrò nelle giornate successive, dopo che le tre giornate di luminosa pulizia l'avranno informata...

All'inizio ci casco nei tranelli del male, non sono ancora capace di scorgerli quando arrivano tramando. Ma di sicuro è possibile liberarsene. Ci sono delle potenti Forze di splendore che ci stanno a fianco. Le dobbiamo però richiamare e tenere costantemente connesse. Loro sarebbero troppo sottili in questa nostra materia. Hanno bisogno della nostra connessione in modo da dare loro un corpo fisico che le manifesti.
In effetti, il portare il cielo in terra è questo: mantenerci connessi con la Luce da far risplendere attraverso di noi!
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Insomma non ci si deve credere

16.3.11
Per prendere bisogna prima dare, detta in altro modo: semina per poi raccogliere, mentre, da un punta di vista esoterico si potrebbe dire: prima crei nel sottile e poi la situazione si potrà materializzare!

Ecco, questa creazione nel sottile è quella che costa di più. Ovvero il seminare...
All'inizio ci crediamo ai  nostri sogni, è quando però c'è da mantenerli, costanti, ardenti, dentro di noi che diventa difficile. Ed è qui che le interferenze sottili si insinuano potenti e subdole per scoraggiarci e farci dubitare. Le evidenze opposte si mostrano "scientificamente", evidentemente, negative, tanto che sarebbe "follia" far finta di niente... Invece è proprio quello da fare.

Sri Aurobindo e Mére lo dicevano in continuazione, per procedere su questo sentiero di crescita interiore, che non è per tutti vista la estenuante difficoltà, bisogna non lasciarsi coinvolgere dalle emozioni di paura, ansia, angoscia, sconfitta... che ci sfidano per portarci giù e sconfiggerci.
Bisogna invece sbalzarle via.
Passerà. Ogni cosa passerà, e se non sono questi blocchi a dissolversi di fronte alla nostra cocciutaggine nell'andare avanti, saremo allora noi a circumnavigarli, perché comunque, a dispetto di tutto e di tutti, noi andremo oltre.

Disturbi, malattie, disagi, rovesci di ogni tipo che ci sbattono a terra non possono distruggerci se noi non lo vogliamo.
Ecco è questo il punto: a volte lo vogliamo. Io mi sono accorta che una volta ero solito ad accogliere la "malattia" perché mi dava la possibilità di fermarmi. Ora mi sono abituata a fermarmi io, di mio, così non ho più bisogno di disturbi vari per farmi fermare.
A volte accogliamo il disturbo perché ci dà la possibilità di recitare la parte delle vittime o di pseudo eroi. Quelli che sono prigionieri del destino avverso, oppure di quelli che combattono in continuazione una vita senza tregua. Anche questo crea un mito! Noi, poveretti, che però continuiamo seppure bastonati dalla sorte...

E' vero la vita non dà tregua, ma un conto è viverla noi in quel modo, perché siamo incalzati dall'avventura, un altro è invece lasciarci cadere addosso le sfortune e vivere il ruolo dei perseguitati, vittime o combattenti sfortunati.

Non è da tutti però. Sri Aurobindo e Mére lo dicono. Non tutti riescono a far finta di nulla quando si è bastonati dalle interferenze sottili che non ci vogliono mollare. Non tutti ce la fanno a continuare a seminare e seminare, dopo che tempeste hanno stravolto il tuo terreno. E non tutti lo vogliono neppure...
Io però non ce la faccio a vivere diversamente.



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Kala Jeera

15.3.11
L'altro giorno, tornata da Bologna, sono arrivata a Milano proprio nel bel mezzo dello sciopero dei mezzi. Così sono andata a piedi. Per fortuna viaggio leggera e la giornata era veramente bella.
Strada facendo mi è venuto in mente che potevo pure passare dal supermercato indiano, che era di strada. L'ho chiamato e sì, erano aperti, non facevano la pausa pranzo.
Eccomi allora in quel negozietto, lì vicino a P.ta Venezia, dove vado a fare provvista di tutte quelle spezie fantastiche che ora sto usando per prepararmi i "miei" cibi indiani.
Finalmente ho trovato un modo di mangiare che mi piace. Certo la cucina italiana è famosa, ma a me non ha mai detto un gran che, era semplicemente cibo. La cucina indiana invece, anzi, più genericamente, quella orientale e medio orientale, è la cucina che fa per me. Non mi annoia, è vivace, interessante nella combinazione dei sapori, è variegata. In uno stesso piatto io ho una varietà incredibile di sapori grazie all'abbinamento della portata con le diverse salse (chatni) e i contorni (impropria definizione, perché nella cucina indiana tutto è contorno, e tutto è allo stesso tempo portata). Finalmente è bello mangiare!

Ma sono però ancora nella fase di scoperta. Sto ancora comprendendo le diverse spezie e gli accostamenti. Nell'ayurveda le si tostano prima (si fa il bagar) e dopo si aggiunge il cereale, o i legumi, o le verdure. Ma ho dovuto constatare che la tostatura me le faceva diventare troppo intense e qui, il nostro clima, non è per niente intenso, paragonato al loro. Quindi ora le scaldo semplicemente, e va davvero meglio.
Ma non sono ancora pronta a cucinare bene per gli ospiti. Ne ha fatte le spese la mia amica Barbara, quando è venuta a trovarmi. Infatti per cucinare in questo modo, che è anche una meditazione perché, come dicono gli ayurvedici, c'è da richiamare lo spirito del fuoco e quello delle spezie e dei vari cibi... non ci si può distrarre, quindi, se c'è qualcuno che mi prende attenzione non riesco a darla bene al cibo...
Ma non fa niente, sto imparando.

Le spezie, intanto che le provo, me le studio, ovvero cerco pure di apprendere il nome indiano, che spesso però è multiplo, c'è il nome indi, bengali, tamil... e questo solo per dire le lingue che maggiormente ricordo. E questo è pure divertente, anche se continua la mia difficoltà a ricordarmi i nomi indiani.

Ad ogni modo, assaporando e degustando queste incredibili sostanze, sono ora riuscita a fare una scaletta delle preferenze.
Al primo posto ci sta il cumino nero, Kala jeera appunto (Bunium persicum o Nigella). Il cumino normale, Aiwan, cioè il carum copticum, (non è quello tedesco, il carvi, che non si sa bene per quale ragione in italiano vengono chiamati entrambi cumino anche se sono due spezie diverse!) ha un sapore molto più "tozzo" a confronto. Kala jeera è invece intenso e al contempo fresco. Una delizia insomma.
E al negozietto indiano me ne sono fatta una bella e rinnovata scorta perché lo adoro.

In genere il mio corpo sviluppa dei piaceri intensi verso un qualche cibo particolare quando lo necessita. Così mi sono detta che forse questa spezia contiene qualcosa di molto benefico per il mio organismo e per questo me lo chiede così chiaramente...
Mi sono messa a cercare e trovo che è una specie di panacea. Il profeta Maometto affermava addirittura che è in grado di curare praticamente tutto, all'infuori della morte...
In effetti è una spezia ricca, contiene moltissimi acidi grassi essenziali, i suoi aromi aiutano la digestione, la peristalsi e l'eliminazione. Distruggono i microbi. E' la spezia che rinnova l'armonia dell'organismo; più di qualsiasi altro rimedio naturale si è dimostrata efficace nei disordini autoimmuni. Protegge le cellule e stimola la produzione naturale di interferone (mediatore e regolatore della risposta immunitaria). La sua azione non è definita curativa, bensì normalizzante. Ovvero riporta l'organismo al suo giusto e sano funzionamento. (Info tratte da qui).

Bene, il mio amore verso Kala Jeera si è moltiplicato, con una profonda gratitudine verso questa specie di semini neri, che ricordano un po' il finocchio, ma sono molto più snelli, entrati allegramente nella mia vita ad apportare gusti rinfrescanti e rigeneranti.
Ecco come il cucinare diventa un'azione salutare!
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In una vita sempre in cambiamento come la mia, questo diario è un po' come il sottile filo di un aquilone, che altrimenti si perderebbe nel cielo... Ho ripreso qui i vari blog creati dal 2002 a oggi.

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