Per forza di cose dico, perché non ho ancora in me l'altro aspetto, quello così aperto al Divino da lasciarsi utilizzare come "Dio comanda". Non perché non voglia. Ma perché non sono ancora capace di percepire il Divino in tutta me stessa, nelle cellule del mio organismo, e nelle molecole del mio essere. Ci vorrà del tempo, ovviamente.
Ma in questo momento mi sento tremendamente goffa. La vecchia me è desueta, e la nuova non è ancora ben apparsa. Dunque che faccio?

Proseguo. Nella goffaggine in cui mi sento catapultata. Che disagio però! Il disagio è onnipresente. Quando non agisco con la personalità, il disagio compare perché non so ancora come muovermi. Quando invece vado di personalità, il disagio compare lasciandomi dentro il gusto della sconfitta!

E' ovvio che devo accelerare il processo. Anche se devo confessare che in India avevo ben appurato come basti decidere di puntare verso la nuova meta evolutiva che, anche con inciampamenti, l'energia esterna risponde riconoscendoci il merito. Ma appunto, là in India è stato per certi versi più facile. Come avevo già raccontato, laggiù la concordanza fra qualità energetica personale e le risposte esterne era pressoché immediata. Qui ci sono davvero molte interferenze che diluiscono la chiarezza.

Per cui goffamente proseguo. Ma intanto è fondamentale accelerare questo passaggio.

"Certamente lo sforzo personale è necessario per mantenere la propria fede e per farla crescere dentro. [...] Perché quella fiamma interiore splenda, la si deve nutrire. Si deve curare questo fuoco e gettarvici come carburante tutti gli errori che si vogliono debellare, tutti i ritardi del proprio progredire, tutte le oscurità in agguato sul sentiero. Se non si nutre questo fuoco, questo si esaurisce sotto le ceneri della propria inconsapevolezza e inerzia. Allora non basteranno anni, ma ci vorranno vite, secoli, prima di riuscire a raggiungere la meta. Si deve vegliare sulla propria capacità di fede come si veglia per la nascita di qualcosa di infinitamente prezioso, e proteggerla con grande attenzione da tutto ciò che la potrebbe confondere." (da IntegralYoga, from the works of Sri Aurobindo and the Mother)

E il tutto senza agitazione, ma con passo calmo, determinato, paziente, cocciuto anche... Simile al procedere del buon escursionista che esce di buon mattino per andare a fare una camminata in montagna, deciso ad arrivare in vetta.
La mia attuale goffaggine, con l'esercizio si trasformerà in buon passo, solido, capace, attento e fluido. Me lo devo ricordare, sempre e di nuovo, per alimentare questa fede, che c'è, ma ogni tanto si attenua, nelle nebbie di tutte le interferenze.
Eppure, eppure, quando mi riprendo, eccoti subito apparire una qualche risposta, positiva, che mi conforta, sussurrandomi che sono sulla buona strada!