E v o l v e n d o
PROCEDO SUL CAMMINO

Per vincere la morte bisogna essere pronti a passare attraverso la morte

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Così diceva Mère e il 17 novembre 1973 lei è passata attraverso la sua ultima sfida terrena di questa incarnazione. Oggi è l'anniversario di quella giornata. Tutto il giorno è completamente dedicato ai darshan e meditazioni.

Sono andata all'Ashram più tardi del solito stamane (ovviamente non c'è lavoro in giardino oggi). Pioveva, è da ieri che di nuovo si è messo a tempestare. Già sulla strada si vedevano devoti o che tornavano o che si avviavano.
Mentre camminavo ho avuto un attimo di infantile dispiacere per non essere capitata alla nascita di Mére, in febbraio. Poi però mi è venuto da pensare, Ma se sono qui per commemorare la morte deve avere un significato.

Così mi è venuto in mente che ogni morte porta con sé del karma da cui libera il suo gruppo familiare. Non solo le morti dei propri cari umani, ma addirittura anche quelle dei nostri cari animali. Tutti contribuiscono a portare con sé, nella morte, del karma da bruciare. Allora mi sono profondamente commossa: Mére mi ha dato la possibilità di essere qui per offrirle, con la celebrazione della sua morte, dell'ulteriore karma familiare da bruciare via, per "alleggerire" di un altro po' le nostre vite da quello che ancora ci è rimasto addosso del passato da "spurgare". Devo dire che mi ha così profondamente toccato che ho pianto, mentre andavo. Meno male che pioveva a dirotto e quindi tutte quelle lacrime sembravano pioggia.

Sono arrivata a un quarto alle otto, sono andata al Samadhi che era tutto decorato di fiori bianchi, con motivi in rosa, e qualche punta di porpora. E poi mi sono messa in fila per andare al suo appartamento.
Tutto quanto nel silenzio più assoluto, intenso e cristallino. Senza quell'emozionalità che spesso contraddistingue le nostre commemorazioni.

Avevano tutto transennato in modo da creare i percorsi delle file: per il Samadhi, o per l'appartamento di Mére. Al Samadhi è stato abbastanza veloce. Per l'appartamento di Mére c'è voluto di più. E intanto letteralmente diluviava. C'era così tanta acqua che scrosciava giù dal cielo che persino sotto alla mia mantella mi sono tutta bagnata.
A piedi nudi ho seguito il percorso che partiva da fuori l'Ashram per piano piano avvicinarci e quindi raggiungere l'appartamento, da una parte diversa da quella in cui ero passata io quando c'ero stata a ottobre, per quell'evento incredibili che mi aveva permesso di andarci.
Intanto che camminavo con l'acqua che ci turbinava addosso pensavo che pure tutta quella pioggia in effetti era come un simbolo di pulizia: mi stava lavando tutta, anche fisicamente. Mi è quindi venuto in mente di pensare a tutto il negativo da cui liberarci... Invece no: "Stai nell'energia, sta solo in quello, niente mente..." E così ho fatto.

Se ieri scrivevo nel post che forse, con "equality", ci può essere un riequilibrio energetico. Ovvero prima c'è stato il tempo di entrare nel negativo e ora, forse, viene il tempo di entrare nel positivo, l'evento di oggi me ne dà la conferma. Con oggi ho come bruciato via altri rimasugli del passato, mio e della famiglia, a cui non si deve più tornare. Con oggi si è pulito. Il mio, il nostro "compito" è ora accogliere un futuro che non ha più addosso strascichi di nuvole ancora cariche. E' finito, è passato. Adesso ci spetta vivere la nostra estate. Questa è la nostra stagione ora. E se mai ci saranno ancora dei temporali, saranno quelli estivi, che rinfrescano e rinnovano!
Che magnifico dono pensavo intanto che uscivo e seguivo il percorso che ci portava fuori. Qui ci è stato dato uno di quei foglietti che stampano per le commemorazioni annuali. A seconda che sia una celebrazione connessa con Aurobindo o con Mére ci sono scritte delle frasi dell'uno o dell'altra.
Questa di oggi porta uno scritto di Mére che qui vi traduco.

Se qualche volta un dolore profondo, un dubbio cocente, una qualche pena intensa vi dispera e abbatte, c'è un mezzo infallibile per ritrovare la calma e la pace.
Nella profondità del nostro essere brilla una luce che solo la sua purezza uguaglia in splendore, una luce, particella vivente e cosciente di una divinità universale, che anima, nutre, illumina la materia, guida potente e infallibile per coloro che vogliono ascoltare la sua legge, un aiuto colmo di conforto e di tenera clemenza per coloro che aspirano a riceverlo, ascoltarlo, seguirlo.
Nessuna aspirazione sincera e costante è vana, nessuna fiducia rispettosa e forte potrà mai essere delusa, nessuna attesa disillusa.

In effetti è solo quella luce a contare veramente, senza quella luce nelle nostre vite c'è grigiore e fatica.
1 commenti:

...mi ci voleva proprio quello che hai scritto!
ieri sono scivolata (interiormente intendo) e leggerti mi ha aiutata molto a raddrizzarmi! (e anche ad accettare che ogni tanto si scivola... e che può capitare!)
un grande abbraccio!


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In una vita sempre in cambiamento come la mia, questo diario è un po' come il sottile filo di un aquilone, che altrimenti si perderebbe nel cielo... Ho ripreso qui i vari blog creati dal 2002 a oggi.

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