E v o l v e n d o
PROCEDO SUL CAMMINO

Equality

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Sono di nuovo alla Mother's House. Questa volta la mia stanza, la numero 5 Equality, si trova sul lato, non sul fronte che dà sul mare. Sebbene la vista non sia così bella, la stanza, più piccolina e raccolta, mi piace di più.

Sembra di essere tornata a casa. Anche se dell'altra Guest House adoravo il giardino ed era senz'altro più tranquilla, cornacchie permettendo, qui c'è tutto così a posto e curato che è un sollievo. Stamane, appena arrivata, mi sono anche presa una tazza di tè, caldo, che piacere! Sì perché di là c'è solo la stanza. Non c'è un frigor dove tenere la nostra frutta o quant'altro, non c'è acqua calda che, per lavarsi io non la userei comunque, ma avere le brocche termiche con l'acqua calda quando ti vuoi fare una bevanda è davvero una piccola consolazione. E qui, queste piccole cose, fanno davvero tanto

Ieri sono stata in giardino e quindi, al pomeriggio riflettevo. Di nuovo un cambiamento che, probabilmente, segna una mia successiva tappa interiore. Che è la penultima, visto che a fine mese ritorno nell'altra Guest House. Sarò qui n India ancora poco più di un mese, cosa succederà ancora dentro di me? Cosa succederà poi quando sarò in Italia?

Intanto sto provando su di me il trattamento che poi vorrò proporre. Utilizzerò i Bottoni White che Alberto T. mi ha dato, oltre a, naturalmente, l'acqua e i suoni oloquantici. Quello che sto seguendo e sperimentando quindi su di me, mette in pratica la modalità di Aurobindo e Mére. Ovvero, accanto agli effetti purificanti a livello cellulare e riarmonizzanti dei Bottoni White faccio fare un percorso interiore sulle varie zone del corpo, guidando la persona e il suo pensiero alla pace divina e alla rigenerazione mirata delle diverse parti che si vanno a toccare.
Devo dire di essere alquanto soddisfatta degli effetti.

Ma, se da un lato il mio approfondimento delle mie tecniche e la mia loro sperimentazione procedono, dall'altro sento, con ansia, che davvero non ho ancora finito con me. C'è ancora qualcosa che deve arrivare. E questo mi mette un po' di inquietudine. Sì perché in genere le scoperte su se stessi e il successivo doveroso impegno a trasformarsi sono spesso accompagnate da dolore e fatica. Così, con questa specie di irrequietudine dentro, che mi fa da sottofondo interiore, mi sento più suscettibile ai disagi. E infatti mi sono ritrovata in questi giorni estremamente infastidita e stufa di formiche, insetti, topi che guizzano ai lati delle strade, corpicini morti o morenti sulla via, degli eterni rifiuti e odori, del rumore, delle cornacchie invadenti, della pioggia e dell'umidità in generale, di quasi tutto... Insomma dentro mi sento provata.

Allora mi sono chiesta: Ma come, al posto di abituarmi peggioro? E poi ho capito, dentro si sta preparando qualcosa d'altro. Lo sento nell'aria e, appunto, lo temo pure un po'. Per cui, con quell'ansietta di chi si sta inoltrando in zone inesplorate di un edificio di cui non è proprio del tutto sicuro, sto procedendo. C'è però una tenue luce che mi dà speranza. Il nome della mia nuova stanza è Equality, che potrei tradurre con uguaglianza. Forse che ora sia invece arrivato il tempo di vedere cose buone, così da riequilibrare le energie?
Può darsi, il nome lo suggerirebbe.
Staremo a vedere!
1 commenti:

se fosse un libro mi sarei divorato i capitoli successivi per vedere cosa succedeva.
ma purtroppo è un libro di vita e quindi bisogna attendere...


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In una vita sempre in cambiamento come la mia, questo diario è un po' come il sottile filo di un aquilone, che altrimenti si perderebbe nel cielo... Ho ripreso qui i vari blog creati dal 2002 a oggi.

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