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PROCEDO SUL CAMMINO

Interferenze

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Il tempo si è placato, il caldo non è più così caldo, ma l'umidità c'è sempre, quella è una costante. L'altra sera tornavo a casa verso le otto e spirava addirittura una brezza frescolina, ma appunto io ero comunque fradicia: l'umidità non ha clemenza!

Il digiuno va meglio, anche se ci sono momenti di fame: che sto a osservarmi. Me li studio, me li contemplo, intanto che ascolto se tendono a diminuire. A un certo punto spariscono... E' davvero curioso.

Le mie idee si stanno chiarendo però. Vedo già meglio come completare i trattamenti che offro e i corsi. Capisco anche perché certe proposte non siano state possibili, proprio perché appartenevano a un mio passato che ora non c'è più. Quindi non avevano la mia reale partecipazione interiore: io non ero più lì...

Ma quello che sto osservando in modo particolare sono le interferenze. Se già prima le vedevo, ora però, grazie alle puntualizzazioni che sto trovando nel rileggere Mére e Aurobindo, le ho come puntate. Prima erano dei movimenti che mi vedevo attorno, vaghi anche, altre volte più evidenti, ma comunque era come se osservassi un traffico di ombre. Ora so che quel "traffico" è invece da puntare e poi disinnescare.

Le interferenze utilizzano tutte le nostre debolezze e insicurezze e fragilità per entrare. Faccio un esempio accaduto qualche giorno fa.

Una persona, che chiamerò A, contatta un'altra persona, B, perché ha bisogno di un "responso". Si tratta di una ricerca molto delicata, per questo A è anche un po' timorosa nell'esporla, inoltre è di suo pure riservata. Come spesso accade a quelle persone che non sono abituate a esporsi così profondamente, mentre spiega la questione le vengono dei risolini di imbarazzo...
B è una bella persona, ma con le sue profonde fragilità. Sentendo quei risolini teme subito che A voglia prenderlo in giro.
Infatti poi ci sentiamo e, visto che A è amica mia, me lo chiede. Io gli spiego che no, è imbarazzo. E tutto va a posto.

Esattamente lo stesso capita a me con le mie vulnerabilità. E su questo ora mi sto confrontando. Il digiuno e la purificazione, richiamano per risonanza le tossine psico-fisiche che sto spurgando. (Sto assumendo al contempo l'aqua Sacrèelest che è l'ultima che ho creato, per necessità. Infatti per portarmi qui in India una mia acqua e potendone portare solo una, in un piccolissimo boccettino [sono venuta solo col bagaglio a mano!] non sapendo quale scegliere ho messo insieme la Elestiale e la Sacréelle, in più si aggiungono i trattamenti che mi sto facendo con i bottoni White - per provare su di me la nuova modalità di trattamenti/corsi che ho così aggiornato.)

Qui alla Guest House incontro persone che mi rispecchiano la mia fragilità.
Non mi piace far comunella, non mi piace farlo in Italia e tanto meno qui, che sono venuta per riflettere, meditare, chiarirmi. Qui c'è gente però che è venuta come primo approccio a un modo diverso di vivere. Non abbiamo un terreno comune su cui confrontarci, tolto con un ragazzo canadese-indiano con cui ho approfondito diverse cose.
Il mio freudiano super-ego genitoriale, sbuca di nuovo, anche se ora meno potente perché riconosco che è un mezzo per le interferenze di entrare. Ma ancora c'è e mi dice col dito alzato a mo' di genitore severo: "Ma come, che maleducata che sei che non ti intrattieni lì a parlare!"
L'educazione del devi sempre essere gentile e disponibile.
Mentre io ora sono sì molto gentile ma non disponibile. Cioè non disponibile alla chiacchiera per la chiacchiera, al fare le cose insieme, che tra l'altro non mi interessano per niente e mi porterebbero lontano dal mio centro.

So che quello che faccio è giusto. Anzi so che è bene che mi eserciti a farlo con pienezza del mio sentire. Ma il super-ego se ne sta lì ancora, con quel ditino alzato, anche se ora è un po' più schiscio.

Quindi eccomi a osservare le interferenze che entrano, per farmi sentire a disagio, attraverso quella educazione genitoriale che mi voleva sempre a disposizione, senza mai guardare e rispettare le mie esigenze. Gli altri prima di tutto. Così uno finisce in una centrifuga.

Ora sono qui che osservo la mia fame quando sbuca, e al contempo mi confronto con quel super-ego che ancora vorrebbe farmi credere che le mie esigenze e conseguenti scelte non siano essenziali e primarie... Così mi metto in connessione e allontano le interferenze. Che però dopo un po' sbucano nuovamente, come la fame, e io ritorno, nuovamente, a connettermi interiormente per elimnarle.
Finché non sarò abbastanza forte nel mio centro illuminato da questo potere divino, che tutto può, dovrò fare 'sta tiritera. Ma statene certi che la mia teutonica disciplina non mollerà!

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In una vita sempre in cambiamento come la mia, questo diario è un po' come il sottile filo di un aquilone, che altrimenti si perderebbe nel cielo... Ho ripreso qui i vari blog creati dal 2002 a oggi.

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