Ieri pomeriggio tardi stavo andando a incontrare Chartra Di, la responsabile per il volunteering qui all'Ashram. Prima però volevo passare a prendermi il miso, che di solito bevo durante i miei digiuni perché mi sostiene un po'. Intanto che andavo pensavo che l'India sta all'opposto di ogni punto per me importante: pulizia, ordine (mentale e fisico), silenzio (o il parlare pacato), solitudine (o l'avere i propri spazi e non sentirsi sempre addosso gli altri), fresco, e ovviamente l'atmosfera quasi linda che tutto ciò conferisce.

Qui ogni punto è non solo all'opposto, ma all'estremo estremo opposto...

Mi servirà a qualcosa essermi calata in una realtà del genere però!

Ad ogni modo qui ci si sta sempre più preparando per il Diwali, la festa della luce, che sarà il 5 novembre prossimo. Già da giorni scoppiano petardi in continuazione, i negozi non chiudono perché questo è pure il momento in cui si comprano nuove cose e si fanno regali, così tutti sciamano a fare le spese... Mi ricorda un po' il nostro Natale, infatti è la più grande festività indù che celebra il ritorno di Rama dal suo esilio. La gente lo aspettava alla luce festosa dei Dyas, che sono questi vasetti in terracotta contenenti ghee che brucia. Si dice porti bene accenderli in quel giorno.

Mi sa che me ne compero uno... ammesso che trovi poi come accenderlo. O forse utilizzerò le candele di cui mi sono già fatta una scortina, visto che la luce qui è traballante.

Oggi devo uscire nuovamente, visto che ieri il negozietto del biologico era chiuso, a dispetto della festività di Diwali e comunque del fatto che qui alla domenica in genere i negozi sono comunque aperti.

Capisco però come, chi poi viene all'Ashram, o ad Auroville, tenda non andare più nelle altre parti della città. La realtà si stringe a quelle zone più belle, dove non si è così bombardati da quel resto, imponente e invadente, dove senti che l'India pesa. Ma sicuramente è anche il mio digiuno che mi rende più affaticata e percettiva...