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PROCEDO SUL CAMMINO

Il ciclone Thane

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A fine dicembre 2011, ho iniziato a leggere alcuni posts su FB, dove amici indiani parlavano del ciclone. Onestamente non ci ho fatto molto caso. Un po' perché lì è quasi scontato che ce ne siano. Durante in miei tre mesi di permanenza a Pondicherry l'avevo vissuto anch'io un piccolo ciclone, che mi aveva letteralmente lasciato senza parole. Mentre osservato la furia del vento che si scatenava sulla terra, sul mare, sugli alberi e su tutto ciò che incontrava, mi rendevo conto che davvero non ci sono parole adatte per descrivere uno spettacolo del genere. Lì alla finestra, mentre guardavo la violenza con cui si abbatteva sul posto, mi rendevo conto di quante volte avevo letto notizie su avvenimenti del genere, di cui però è davvero impossibile avere la reale percezione di quello che vogliono dire. E' proprio così, si deve sperimentare per comprendere sul serio!


Dunque, quando ho saputo del ciclone, ho pensato fosse un qualcosa del genere. E' solo dopo qualche giorno, leggendo le notizie che via via arrivavano, che mi sono resa conto che questa volta la furia era stata incredibilmente violenta, molto più del solito e con molti morti. Ho contattato la mia amica Jasmin (di Matur Udyanam,dove avevo fatto volontariato andando a raccogliere i fiori, lì coltivati, che quotidianamente, più volte al giorno, vengono portati all'Ashram, per abbellire tutti gli spazi delle vari strutture). E' riuscita a rispondermi, fra un black out e l'altro, che stavano bene, ma che la devastazione era davvero impressionante.

Fra tanto disastro, quello che più mi fa effetto è vedere come gli alberi siano stati decimati. Nel post di questo blog: The Green Ogre, trovate le immagini fatte il 2 gennaio a Pondicherry dopo il ciclone.
Chi di voi ci è stato troverà quasi irriconoscibili le vie, persino all'entrata dell'Ashram, dove c'era una magnifica pianta, ora non c'è più!

Nella foto qui a destra vedete appunto l'entrata con a sinistra l'albero che non c'è più!



Tanto per darvi un'idea dello spettacolo che si presenta a Pondy ecco qualche immagine (nel  mio blog in inglese ne ho inserite altre).

Mentre qui di seguito, nel post linkato, trovate un ulteriore aggiornamento che Jasmin mi ha mandato



 Sto cercando di far conoscere questo disastro, perché magari li si aiuti con dei soldi. Pensate, un nostro 20 euro, che per noi magari non è così tanto, per loro è lo stipendio di una donna che lavora tutto il giorno nella campagna. Questo per dire che si può davvero fare molto con poco.
Basta mandare una raccomandata con ricevuta di ritorno e infilarci dentro la banconota, ben nascoste da dei fogli di carta.

Chi di voi è interessato ad aiutare mi contatti che vi darò l'indirizzo di Jasmin e Aravinda, a Matur Udyanam, e la loro mail, per informarli di quanti soldi avete spedito. Anche 5 euro, per loro, tradotto in rupie, fa la differenza!

Ps - Voglio ancora precisare che non mi è stato chiesto nulla e queste è una mia iniziativa che li ha lasciati sorpresi e grati.
Potete contattarli anche in Italiano, infatti sia Jasmin che Aravinda lo parlano, avevano vissuto pure a Genova, dove, se non mi sbaglio, si sono addirittura conosciuti!

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In una vita sempre in cambiamento come la mia, questo diario è un po' come il sottile filo di un aquilone, che altrimenti si perderebbe nel cielo... Ho ripreso qui i vari blog creati dal 2002 a oggi.

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