Ma intanto non c’era passo in cui non mi chiedessi perché mai fossi uscita a quell’ora così tremendamente calda. Mi sono anche presa un cappello, di tela canvas, non so come si dica in italiano, è proprio la tela utilizzata per i quadri su cui l’artista dipinge.
A casa, dopo una lunga doccia, mi son messa in pace ad aspettare l’ora per uscire. Oggi avrei fatto la sessione e poi saremmo andati all’Ashram. La vecchia signora incontrata lì, una donna, piccola, minuta e tutta ossa, mi ha accolto con un sorriso dicendomi: qui si impara proprio che la mente deve essere messa da parte. Non si raggiunge nulla con la mente!
Non desidero parlare di quello che è accaduto lì, in quelle stanze. Troppo personale. Ma per me è stato profondamente sorprendente, intenso, rivelatorio, di guarigione, fisica e psichica.
Già le prime parole della anziana signora mi avevano colpito. Era come se sapesse che io stavo in quelle riflessioni in quei giorni. E così alla fine, a meditazione terminata, quando mi ha nuovamente parlato, nuovamente sono rimasta colpita dalla sincronicità di quel suo messaggio. Guardandomi con quegli occhi che dal basso si levavano verso di me, che sono più alta di lei, mi ha detto: ci sono sempre due vie che abbiamo a disposizione. Una è quella normale, umana, che però non ci condurrà mai fuori dalle tribolazioni, “troubles”. L’unico modo è quella di scegliere l’altra via, che è sopra al “mentale” umano. Lì nella dimensione divina non c’è nessun problema che ci possa veramente toccare. In quella dimensione tutto è solo opportunità!
Prima di andare la signora mi aveva messo sulla liège di Mére uno scritto, di Mére stessa, e due fotine, una di Aurobindo e l’altra di Mére, con ognuna un fiore secco proveniente dal Samadhi, che è praticamente la grande tomba, lì nel cortile dell’Ashram, dove sono tumulati entrambi, sempre ricoperta di un tappeto fitto fitto di fiori. Sopra a questi cartoncini una rosa rossa. Me li ha dati da portare con me. La rosa era così turgida e intensa che non mi sembrava vera. Ma invece lo era! (Vi metto la fotina, così mi auguro giunga anche a voi la benedizione).
Sono tornata a casa, accompagnata da un amico di Sekaran, Tamim, un indiano musulmano che tra l'altro abita proprio nella via in cui mi trovo ora. Con Chandrasekaran fanno lavori energetici e sperimentano nuove forme di conversione, indirizzamento dell'energia.
Questa è la mia ultima settimana allo Swades. Qualche giorno fa se ne sono andati i francesi che, benché qui soggiornassero solo in quattro, il loro era un gruppo di ben 15 persone che si ritrovava sempre qui, in ogni loro momento libero e alla sera. Insomma, questo per dire che il terrazzo di sopra era costantemente pieno di gente vociferante. Ieri se n'è andata anche Ana. Ma sono arrivati altri ospiti.
Uccelletti e scoiattoli non si sono più visti qui. Davvero è stato un segnale per me. Di contro ora le cornacchie la fanno da padrone. Stamane sono salita sulla terrazza dal tetto in paglia, per stendere i calzoni lavati ad asciugare, e l'ho trovato pieno di cornacchie: sui cornicioni, sui tavoli, sulle sedie, sui banconi...
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