Anzi diluvia, ma che dico... di più! Mi accorgo che non abbiamo descrizioni a sufficienza per esprimere la pioggia che cade qui durante il grande Monsone (c'è infatti anche il piccolo Monsone, che è quello dell'estate). E' acqua che scroscia giù dal cielo grassa, violenta, fitta.  A volte più snella, altre più opulenta, ma c'è sempre una pesantezza intrinseca in questa pioggia che non mi sarei mai potuta immaginare.

Sono uscita stamane per andare a prendere una bustina di detersivo Tide. Dovrei lavare e ho continuato ad aspettare visto il tempo e visto i continui impegni di questa ultima settimana. Ora però devo farlo e non posso più rimandare, così pioggia o non pioggia dovevo andare a comprare 'sto detersivo. Mentre andavo, camminando con precauzione e attenzione, qui si allaga tutto e ci sono pozze infinite e anche belle profonde in cui gli indiani entrano a piedi scalzi o con le loro infradito, mentre io cerco di evitarle, o di camminare in equilibrio precario ai margini.

Di indiani ce ne sono però davvero pochi in giro quando piove. Tutto diventa silenzioso e sgombro. Se quella vecchia canzone inglese diceva Mad dogs and Englishmen get out in the midday sun, riferendosi al sole acceso delle colonie, oggi si dovrebbe dire che solo gli insani occidentali escono con la pioggia dei Monsoni. Infatti quei pochi in giro sono spesso i bianchi. Tutti incappucciati nelle nostre mantelle (gli indiani in genere hanno l'ombrello) procediamo lentamente. Chissà perché ci avventuriamo lo stesso, credo che si chiedano gli indiani, che quando ci vedono lasciare le nostre guest houses, sorridendo divertiti, ci fanno cenno al cielo scrosciante, e poi ridendo amabilmente ci salutano mentre noi ci avviamo. C'è questo procedere costante in noi occidentali, sempre e nonostante tutto. E a volte non è sano, a volte è solo ossessione da cui non riusciamo a liberarci.

Sono arrivata al supermercato e ho comprato il sacchettino di Tide, ho preso anche altre cosette, fra cui un sacchettino con del caffé liofilizzato, perché ora inizierò a mangiare qualcosa una volta alla settimana, mentre per il resto continuo a frutta o a verdura, insaporita col sale quest'ultima. Ho passato questa intera settimana di digiuno totale, solo a bere, mi era scomparsa del tutto la fame, che invece mi aveva accompagnato fino a poco fa. Ma andava bene, si vede che il mio corpo voleva una pausa totale. Ora sta tornando, così ho deciso che devo pian piano entrare nei nuovi ritmi alimentari che mi sono prefissa per quando sarò a casa, e quindi riabituarmi a mangiare qualcosa. Questo mi darà la possibilità, ora che me ne intendo di più, di andare a gustare dei piatti indiani, visto che so cosa chiedere adesso. Quindi anche il caffé, di cui non avevo più sentito il desiderio ormai da un mese e mezzo, mentre in questi giorni è arrivato il suo aroma a stuzzicarmi. Ho preso un caffé all'indiana, che è più leggero, visto che il nescafé classico al momento sarebbe davvero troppo invasivo.

Quando sono uscita dal supermercato la pioggia era così impetuosa e violenta che ho dovuto capitolare e mi sono messa sotto la tettoia appena fuori dall'uscita, insiene ad altri indiani, ad aspettare. Dal tetto cadevano quello che sembravano essere "tende" di acqua. Era anche bello osservarle, con quei loro movimenti fluidi e veloci con cui creavano questa specie di cortine di acqua, dietro a cui, per altro, la pioggia continauava a travasarsi.
Infine, dopo non so quanto tempo, mi è sembrata essere meno massiccia l'acqua, quindi sono uscita e ho preso la via di casa. Ho una mezz'retta buona per arrivarci. E con la pioggia anche di più. Volevo passare alla Mother's Guest House per connettermi a Internet e postare, ma ero così fradicia anche sotto alla mantella (il vento me la alza per cui le gambe dei pantaloni si bagnano irrimedibilmente!) che sono tornata a casa, a stendere tutto quanto, nella stanza, ovviamente. Così ora sembro un'accampata!

Domani è la commemorazione della morte di Sri Aurobindo. Come già detto, sono capitata nel periodo più denso di celebrazioni. Anche il fatto che proprio in questo momento dell'anno ci siano le due morti da commemorare mi fa pensare. E' come se mi fosse data la possibilità di pulire bene davvero tutto il passato e fare in modo che i loro legami con l'adesso si sciolgano e scompaiano nel passato, appunto. Anche i diversi guaritori che ho frequentato, tutti quanti mi hanno aiutato a liberare me e la mia famiglia da questi tentacoli che ancora si protendevano nelle nostre vite.
Mi sorge sempre una infinita e grata sorpresa, per essere stata guidata qui in questo periodo, per essere riuscita, non so nemmeno come, a entrare nelle guest houses dell'Ashram, a conoscere le persone che ho conosciuto, così speciali e preziose, a fare le esperienze inaspettate e insospettate che ho potuto vivere all'Ashram, al Samadhi o agli appartamenti di Mére e Aurobindo che, con domani, sarà la quarta volta che visito (un numero perfetto il 4, che ancora una volta mi rimanda alla materializzazione dell'energia divina). E tutto in questa incredibile baraonda totale che è l'India.

Non so se ci ritornerò, vedremo. Ma so che se dovrà essere riceverò i segnali giusti che faranno sì che io ritorni. Ma anche se non ritorno non importa. Quello che è avvenuto qui, ciò che ho ricevuto qui, i contatti che mi sono arrivati qui, le esperienze vissute qui, saranno sempre con me, sono entrati tutti nella mia carne. Non so descriverlo diversamente. E non intendo solo le incredibili energie che arrivano al Samadhi o all'Ashram, ma anche tutto il resto.
La mia vita non sarà più la stessa dopo questa permanenza, e lo dico con un'infinita gratitudine.