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PROCEDO SUL CAMMINO

Attendere con fiducia

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Patrizia, su Facebook, mi ha lasciato un commento al mio post precedente che mi ha immediatamente ricordato un paragrafo di Rainer Maria Rilke, che ho sempre molto amato e che mi portavo nel cuore, fino a quando, evidentemente, l'ho dimenticato in qualche mio anfratto interiore.
Sono andata a cercarlo, ed eccolo qui, in una traduzione un po' arrangiata da me, visto che in effetti Rilke si rivolgeva a questo Herr Kappus, dandogli del voi, mentre in italiano ve lo propongo in modo più diretto:
Così non devi spaventarti (…) se cresce davanti a te una tristezza più grande di quanto tu abbia mai visto; se un’inquietudine, come la luce e le ombre delle nuvole, passa sopra le tue mani e sopra tutto ciò che fai. Devi pensare che (…) la vita non ti ha dimenticato, che ti tiene fra le sue mani, che non ti farà cadere. Perché vuoi eliminare dalla tua vita tutte le agitazioni, tutti i dolori e tutte le malinconie, dal momento che non sai realmente che cosa stanno facendo su di te questi stati d’animo? (…) Come malato devi essere paziente (…) in ogni malattia ci sono molti giorni in cui un medico non può fare altro che attendere. Ed è questo che tu, che sei il tuo stesso medico, devi fare soprattutto ora. (da Lettere a un giovane poeta)

A questo punto mi sono messa in uno stato di attesa fiduciosa, o quanto meno sto cercando di farlo. Non è certamente semplice, perché si ricade facilmente in quella strana e confusa spossatezza. Ma poi, come un inaspettato raggio di sole, ecco che mi ritorna quel sussurrìo che mi invita a stare in pace. E io mi rimetto lì, dentro di me, ad attendere. Intanto la vita attorno prosegue, ma io sto qui, e aspetto che anche dentro di me si risvegli...


Per quelli come me che amano il tedesco, qui di seguito l'originale:
Da dürfen Sie, lieber Herr Kappus, nicht erschrecken, wenn eine Traurigkeit vor Ihnen sich aufhebt, so groß, wie Sie noch keine gesehen haben; wenn eine Unruhe, wie Licht und Wolkenschatten, über Ihre Hände geht und über all Ihr Tun. Sie müssen denken, daß etwas an Ihnen geschieht, daß das Leben Sie nicht vergessen hat, daß es Sie in der Hand hält; es wird Sie nicht fallen lassen. Warum wollen Sie irgendeine Schwermut von Ihrem Leben ausschließen, da Sie doch nicht wissen, was diese Zustände an Ihnen arbeiten? Warum wollen Sie sich mit der Frage verfolgen, woher das alles kommen mag und wohin es will? Da Sie doch wissen daß sie in den Übergängen sind, und nichts so sehr wünschten, als sich zu verwandeln. 
Wenn etwas von Ihren Vorgängen krankhaft ist, so bedenken Sie doch, daß die Krankheit das Mittel ist, mit dem ein Organismus sich von Fremdem befreit; da muß man ihm nur helfen, krank zu sein, seine ganze Krankheit zu haben und auszubrechen, denn das ist sein Fortschritt. 
Sie müssen geduldig sein wie ein Kranker und zuversichtlich wie ein Genesender; denn vielleicht sind Sie beides. Und mehr: Sie sind auch der Arzt, der sich zu überwachen hat. Aber da gibt es in jeder Krankheit viele Tage da der Arzt nichts tun kann als abwarten. Und das ist es, was Sie, soweit Sie Ihr Arzt sind, jetzt vor allem tun müssen. (fonte)
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In una vita sempre in cambiamento come la mia, questo diario è un po' come il sottile filo di un aquilone, che altrimenti si perderebbe nel cielo... Ho ripreso qui i vari blog creati dal 2002 a oggi.

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