E v o l v e n d o
PROCEDO SUL CAMMINO

Insomma non ci si deve credere

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Per prendere bisogna prima dare, detta in altro modo: semina per poi raccogliere, mentre, da un punta di vista esoterico si potrebbe dire: prima crei nel sottile e poi la situazione si potrà materializzare!

Ecco, questa creazione nel sottile è quella che costa di più. Ovvero il seminare...
All'inizio ci crediamo ai  nostri sogni, è quando però c'è da mantenerli, costanti, ardenti, dentro di noi che diventa difficile. Ed è qui che le interferenze sottili si insinuano potenti e subdole per scoraggiarci e farci dubitare. Le evidenze opposte si mostrano "scientificamente", evidentemente, negative, tanto che sarebbe "follia" far finta di niente... Invece è proprio quello da fare.

Sri Aurobindo e Mére lo dicevano in continuazione, per procedere su questo sentiero di crescita interiore, che non è per tutti vista la estenuante difficoltà, bisogna non lasciarsi coinvolgere dalle emozioni di paura, ansia, angoscia, sconfitta... che ci sfidano per portarci giù e sconfiggerci.
Bisogna invece sbalzarle via.
Passerà. Ogni cosa passerà, e se non sono questi blocchi a dissolversi di fronte alla nostra cocciutaggine nell'andare avanti, saremo allora noi a circumnavigarli, perché comunque, a dispetto di tutto e di tutti, noi andremo oltre.

Disturbi, malattie, disagi, rovesci di ogni tipo che ci sbattono a terra non possono distruggerci se noi non lo vogliamo.
Ecco è questo il punto: a volte lo vogliamo. Io mi sono accorta che una volta ero solito ad accogliere la "malattia" perché mi dava la possibilità di fermarmi. Ora mi sono abituata a fermarmi io, di mio, così non ho più bisogno di disturbi vari per farmi fermare.
A volte accogliamo il disturbo perché ci dà la possibilità di recitare la parte delle vittime o di pseudo eroi. Quelli che sono prigionieri del destino avverso, oppure di quelli che combattono in continuazione una vita senza tregua. Anche questo crea un mito! Noi, poveretti, che però continuiamo seppure bastonati dalla sorte...

E' vero la vita non dà tregua, ma un conto è viverla noi in quel modo, perché siamo incalzati dall'avventura, un altro è invece lasciarci cadere addosso le sfortune e vivere il ruolo dei perseguitati, vittime o combattenti sfortunati.

Non è da tutti però. Sri Aurobindo e Mére lo dicono. Non tutti riescono a far finta di nulla quando si è bastonati dalle interferenze sottili che non ci vogliono mollare. Non tutti ce la fanno a continuare a seminare e seminare, dopo che tempeste hanno stravolto il tuo terreno. E non tutti lo vogliono neppure...
Io però non ce la faccio a vivere diversamente.



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In una vita sempre in cambiamento come la mia, questo diario è un po' come il sottile filo di un aquilone, che altrimenti si perderebbe nel cielo... Ho ripreso qui i vari blog creati dal 2002 a oggi.

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