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PROCEDO SUL CAMMINO

Kala Jeera

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L'altro giorno, tornata da Bologna, sono arrivata a Milano proprio nel bel mezzo dello sciopero dei mezzi. Così sono andata a piedi. Per fortuna viaggio leggera e la giornata era veramente bella.
Strada facendo mi è venuto in mente che potevo pure passare dal supermercato indiano, che era di strada. L'ho chiamato e sì, erano aperti, non facevano la pausa pranzo.
Eccomi allora in quel negozietto, lì vicino a P.ta Venezia, dove vado a fare provvista di tutte quelle spezie fantastiche che ora sto usando per prepararmi i "miei" cibi indiani.
Finalmente ho trovato un modo di mangiare che mi piace. Certo la cucina italiana è famosa, ma a me non ha mai detto un gran che, era semplicemente cibo. La cucina indiana invece, anzi, più genericamente, quella orientale e medio orientale, è la cucina che fa per me. Non mi annoia, è vivace, interessante nella combinazione dei sapori, è variegata. In uno stesso piatto io ho una varietà incredibile di sapori grazie all'abbinamento della portata con le diverse salse (chatni) e i contorni (impropria definizione, perché nella cucina indiana tutto è contorno, e tutto è allo stesso tempo portata). Finalmente è bello mangiare!

Ma sono però ancora nella fase di scoperta. Sto ancora comprendendo le diverse spezie e gli accostamenti. Nell'ayurveda le si tostano prima (si fa il bagar) e dopo si aggiunge il cereale, o i legumi, o le verdure. Ma ho dovuto constatare che la tostatura me le faceva diventare troppo intense e qui, il nostro clima, non è per niente intenso, paragonato al loro. Quindi ora le scaldo semplicemente, e va davvero meglio.
Ma non sono ancora pronta a cucinare bene per gli ospiti. Ne ha fatte le spese la mia amica Barbara, quando è venuta a trovarmi. Infatti per cucinare in questo modo, che è anche una meditazione perché, come dicono gli ayurvedici, c'è da richiamare lo spirito del fuoco e quello delle spezie e dei vari cibi... non ci si può distrarre, quindi, se c'è qualcuno che mi prende attenzione non riesco a darla bene al cibo...
Ma non fa niente, sto imparando.

Le spezie, intanto che le provo, me le studio, ovvero cerco pure di apprendere il nome indiano, che spesso però è multiplo, c'è il nome indi, bengali, tamil... e questo solo per dire le lingue che maggiormente ricordo. E questo è pure divertente, anche se continua la mia difficoltà a ricordarmi i nomi indiani.

Ad ogni modo, assaporando e degustando queste incredibili sostanze, sono ora riuscita a fare una scaletta delle preferenze.
Al primo posto ci sta il cumino nero, Kala jeera appunto (Bunium persicum o Nigella). Il cumino normale, Aiwan, cioè il carum copticum, (non è quello tedesco, il carvi, che non si sa bene per quale ragione in italiano vengono chiamati entrambi cumino anche se sono due spezie diverse!) ha un sapore molto più "tozzo" a confronto. Kala jeera è invece intenso e al contempo fresco. Una delizia insomma.
E al negozietto indiano me ne sono fatta una bella e rinnovata scorta perché lo adoro.

In genere il mio corpo sviluppa dei piaceri intensi verso un qualche cibo particolare quando lo necessita. Così mi sono detta che forse questa spezia contiene qualcosa di molto benefico per il mio organismo e per questo me lo chiede così chiaramente...
Mi sono messa a cercare e trovo che è una specie di panacea. Il profeta Maometto affermava addirittura che è in grado di curare praticamente tutto, all'infuori della morte...
In effetti è una spezia ricca, contiene moltissimi acidi grassi essenziali, i suoi aromi aiutano la digestione, la peristalsi e l'eliminazione. Distruggono i microbi. E' la spezia che rinnova l'armonia dell'organismo; più di qualsiasi altro rimedio naturale si è dimostrata efficace nei disordini autoimmuni. Protegge le cellule e stimola la produzione naturale di interferone (mediatore e regolatore della risposta immunitaria). La sua azione non è definita curativa, bensì normalizzante. Ovvero riporta l'organismo al suo giusto e sano funzionamento. (Info tratte da qui).

Bene, il mio amore verso Kala Jeera si è moltiplicato, con una profonda gratitudine verso questa specie di semini neri, che ricordano un po' il finocchio, ma sono molto più snelli, entrati allegramente nella mia vita ad apportare gusti rinfrescanti e rigeneranti.
Ecco come il cucinare diventa un'azione salutare!
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In una vita sempre in cambiamento come la mia, questo diario è un po' come il sottile filo di un aquilone, che altrimenti si perderebbe nel cielo... Ho ripreso qui i vari blog creati dal 2002 a oggi.

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